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Katia Follesa va “Controcorrente“: "Comunicare è arte, io ci credo"

La comica e conduttrice televisiva impegnata a “Italy Bares“ con 150 artisti per finanziare la lotta all’Aids: si ride, balla, canta e recita senza ma senza mai perdere di vista l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico.

Katia Follesa va “Controcorrente“: "Comunicare è arte, io ci credo"

di Andrea Spinelli

Ce la faranno. Katia Follesa si dice convinta del fatto che pure quest’anno Italy Bares riuscirà nell’impresa di riempire il Teatro Repower, rinnovando così il suo robusto sostegno economico e morale all’impegno di Anlaids Lombardia ETS nella lotta all’Hiv. E non per uno, ma per due spettacoli. Quelli di domani e sabato con un titolo, “Controcorrente”, che vede la partecipazione pure di Angelo Pisani ed Elena Di Cioccio, ma anche dei ballerini del Corpo di ballo della Scala. La regia è di Mauro Simone, mentre la direzione artistica di quel Giorgio Camandona che ormai da cinque edizioni tiene saldamente in mano le redini di questa versione italiana del celebrato Broadway Bares, uno dei più importanti “benefit” teatrali d’oltre oceano concepito nel ’92 dal coreografo e regista Jerry Mitchell. “Controcorrente” è una pièce interpretata da Cristina Parku accanto a Giovanni Rotolo, Gabriele Foschi, Brian Boccuni, Andrea Verzicco, Komolchy De Pace, Omar Barole. E tutto lo spettacolo è legato alla sua narrazione.

Katia come si trova in questa esperienza di Italy Bares?

"Anche se il tema è molto serio, il nostro è uno show d’intrattenimento in cui si ride, si balla, si canta, si recita, con oltre 150 sul palco, senza perdere di vista l’obiettivo fondamentale che è quello di sensibilizzare il pubblico. Sabato lo spettacolo è pomeridiano per accogliere pure una platea diversa".

Com’è concepito “Controcorrente”?

"Lo spettacolo ruota attorno alla storia di Michele e Fatima, due persone destinate a sfiorarsi, sfidando gli ostacoli della vita. Da lì si dipanano le altre forme d’arte; dalla recitazione passiamo al ballo, al canto, e infine arriviamo noi a chiudere in bellezza e in leggerezza".

Una chiamata “alle arti” stimolante, si direbbe.

"Io credo molto nella comunicazione come forma d’arte. Invece di fare quei comizi a volte noiosi oppure quella tradizionale divulgazione televisiva, meglio unire le forme d’arte per lanciare un messaggio spingendo la gente ad un ruolo attivo come quello di alzarsi dal divano e acquistare un biglietto".

Cosa state facendo al momento?

"Con Angelo abbiamo appena concluso il nostro tour teatrale. Io sono in tv sul Nove, col mio programma Comedy Match. E inizio a prepararmi per l’estate".

Aspirazioni?

"Mi piacerebbe portare il programma in prima serata per offrire una comicità diversa ad un pubblico ancora più vasto. Questo tenendo presente che la comicità femminile è sempre alla ricerca di spazi capaci di valorizzarne gli aspetti nascosti e a volte sorprendenti, un po’ come fatto a suo tempo da Serena Dandini con ‘La tv delle ragazze’".

Un artista speciale che avrebbe voluto sul palco con lei in un’occasione così speciale?

"Manuel Frattini, con cui ho avuto la fortuna di fare alcune cose in Sardegna e a Zelig. Eravamo amici. Anche se la serata è dedicata a lui, è come se fosse lì sul palco con noi".