Una marcia danzante della legalità. È un’idea nata dalla collaborazione fra Amministrazione, Presidio Sud Est Milano di Libera e la neo costituenda associazione Vedo Sento Parlo per ricordare le vittime innocenti di mafia e commemorare il trentennale dell’uccisione di Giuseppe Tallarita per mano mafiosa. "Questa è una tappa importante - ha ricordato Danilo Perotti, consigliere con delega alla Legalità - di un percorso che abbiamo iniziato 4 anni fa nelle scuole insieme a Libera e a Rosy Tallarita, nipote di Giuseppe. Abbiamo dovuto fermarci per il lockdown, ma ora finalmente riprenderemo più forti di prima i nostri incontri di testimonianza attiva con i ragazzi".
Più di cento, fra cui molti giovani, i partecipanti al corteo che si è snodato per le strade cittadine facendo sosta, in una sorta di dolorosa Via Crucis della memoria, in alcune vie dedicate alle vittime di mafia. Toccanti e preziose le testimonianze dei familiari di quegli uomini e donne semplici che, con la schiena diritta, non si sono piegati alla violenza e all’arroganza mafiosa pagando con la vita. Sono stati ricordati con la semplicità quotidiana di chi li ha conosciuti come padri, fratelli o figli Emanuela Setti Carraro, Giuseppe Tallarita, Pietro Sanua, Lea Garofalo, e troppi altri come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Pio La Torre, Rosario Livatino, Peppino Impastato, oggi ricordati come eroi da una società civile e da uno Stato che troppo spesso, girandosi dall’altra parte, ne ha permesso l’estremo sacrificio. "Dobbiamo riscoprire la sobrietà - ha ammonito Paolo Setti Carraro, fratello di Emanuela e cognato di Carlo Alberto Dalla Chiesa - in una società che ormai si fonda sul dio danaro. Solo ricostruendo una società basata sul rispetto e il bene comune riusciremo a sconfiggere le mafie. La legalità parte da noi". A chiusura della commemorazione, accanto a un ulivo piantato nella piazzetta di via Fallaci, è stata inaugurata la targa titolata a Giuseppe Tallarita.
Valeria Giacomello