Ogni settimana le cronache riportano l’ennesimo caso di una donna uccisa per mano di un partner, un ex compagno o un familiare. Numeri che rappresentano vite spezzate, sogni infranti o famiglie distrutte. Nel 2023 in Italia sono state uccise oltre cento donne, quasi tutte vittime di violenza domestica. Per la lotta contro il femminicidio serve un impegno collettivo: scuole, istituzioni, media e cittadini devono lavorare insieme per creare una cultura che rifiuti ogni forma di violenza.
Ogni donna uccisa merita di essere ricordata. Non come vittima, ma come una persona con dei sogni e delle speranze. Dare un volto e una voce a queste donne è il primo passo per combattere l’indifferenza. Il femminicidio non è un destino inevitabile, è un fenomeno che possiamo e dobbiamo fermare, per costruire una società in cui le donne possano vivere libere dalla paura.
L’educazione al rispetto e all’uguaglianza deve iniziare sin dall’infanzia, nelle scuole e nelle famiglie, affinché le nuove generazioni crescano consapevoli e capaci di riconoscere e respingere ogni forma di abuso. È necessario che la giustizia agisca con fermezza, garantendo protezione a chi denuncia e punendo i colpevoli. Le istituzioni devono potenziare i centri antiviolenza e garantire risorse adeguate per sostenere chi sceglie di uscire da situazioni di pericolo.