Milano, 27 luglio 2024 – Nutre e cura le piante, ogni tanto le "ospita". Alessandra Dolci, 52 anni, è una “plant sitter“. In questo periodo estivo è indaffaratissima nelle case altrui ad innaffiare il verde domestico di chi deve partire per le vacanze e, senza lei, non saprebbe proprio dove sbattere la testa. Per fortuna Alessandra c’è anche quando gli altri sono in spiaggia. C’è chi le dà in mano le chiavi della sua abitazione e chi le porta i vasi direttamente nel suo appartamento, in zona San Siro, dove ha allestito una sorta di "pensione vegetale" fra una stanza e un balcone.
L’idea di fare un mestiere così strano è stata la sua "exit strategy" dopo un brutto colpo del destino: "Per 15 anni ho lavorato in una piccola casa editrice di saggistica. Nel 2014 l’editore ha chiuso e mi sono ritrovata senza lo straccio di un lavoro. Avevo già 42 anni. Dopo lo shock iniziale mi sono detta che non potevo stare ferma, dovevo fare qualcosa. Ho pensato di sfruttare il pollice verde, una passione matura, nata quando avevo 38 anni, ma solidissima".
Alessandra Dolci, come ha fatto a procacciarsi i primi clienti?
"Non amo l’improvvisazione, prima ho frequentato dei corsi di giardinaggio per due anni e conseguito due diplomi. Nel 2016 ho iniziato a progettare e a realizzare balconi e terrazze per amici e parenti. Poi quando mi è venuto in mente che avrei potuto fare anche la plant sitter ho cominciato a distribuire bigliettini da visita alle fiere del settore. Metodo vecchio ma estremamente efficace. All’inizio operavo in tutta Milano: correvo in bicicletta come una pazza da una parte all’altra della città anche nel caldo asfissiante d’agosto. Ma sarebbe stato impossibile continuare a lungo a quei ritmi. Oggi faccio servizio in un campo più ristretto, nelle aree a me più vicine: oltre al centro storico, copro tutti i quartieri nei municipi 6, 7 e 8. Al momento seguo circa 20/25 clienti. Sono tornata anche a fare la redattrice freelance: un bene perché il plant sitting è attività squisitamente estiva".
Cosa fa in concreto una plant sitter?
"L’attività principale è innaffiare. Sembra la cosa più semplice del mondo, invece bisogna prestare una certa attenzione perché si rischia di fare annegare le piante che soffrono di più l’eccesso d’acqua che la siccità. In particolare si deve stare molto attenti con il ficus elastica: basta esagerare un po’ perché inizi a perdere le foglie. Bisogna bagnare poco anche la pilea, nota anche come pianta delle monete, perché altrimenti il marciume radicale è garantito e non c’è più nulla da fare. Un altro servizio riguarda la cura, se le piante vengono attaccate da parassiti e funghi che in estate proliferano. Sono in grado di riconoscere le principali malattie ma se ho anche solo un minimo dubbio chiamo il mio amico agronomo, espertissimo".
Stefano Mancuso, celebre botanico, dice le piante sono intelligenti. Lei cosa ne pensa?
"Ne sono convinta pure io e anche molte mie clienti. Ce n’è una che abita in un meraviglioso appartamento in via Quadronno con nove balconi, un trionfo di verde ovunque: lei mi riferisce che, soprattutto con le piante da interno, ci parla abitualmente e io non ci vedo nulla di strano. Il punto è che le piante non sono oggetti ornamentali ma esseri viventi che reagiscono in modo diverso a seconda di chi hanno di fronte. Gradiscono molto attenzione e gentilezza. Prendendosi i loro tempi per fiorire o guarire, nell’era sconvolta dal tutto e subito, mi hanno trasmesso un bell’insegnamento: che per le cose importanti non esistono trucchi, serve solo aspettare con pazienza".