Sono 59 gli assistenti sociali che si occupano di minori coinvolti in procedure penali e di adulti chiamati a scontare pene all’esterno del carcere: dovrebbero essere almeno 121 sulla carta. Per la prima volta l’Ussm (Uffici di servizio sociale per i minorenni di Milano) e l’Uiepe (Uffici interdistrettuali di esecuzione penale esterna) hanno unito le loro battaglie. Al loro fianco le sigle sindacali, compatte. "Ci accomuna una carenza d’organico spaventosa, a fronte di un’utenza fragile – spiega Luigi Grigis, delegato Usb –: entrambi gli uffici hanno livelli di burnout altissimi. E ad aggravare la situazione c’è un problema di sicurezza nell’accesso agli uffici della giustizia minorile, che seguono più di 800 utenti. L’Uiepe è in una struttura fatiscente, ha pochi spazi per i colloqui, ci sono fascicoli anche in bagno".
Ieri, dopo l’assemblea di tutti i lavoratori, una delegazione è stata ricevuta in Prefettura. "Insieme abbiamo potuto spiegare alla viceprefetto aggiunto Laura Galbusera, la situazione: ci ha ascoltati con molta attenzione, scriverà a Roma", spiega Grigis.
Nel frattempo lo stato di agitazione continua. La data della mobilitazione era stata scelta già prima dei fatti sconcertanti del carcere Beccaria.
Sul tema è stata presentata un’interrogazione al ministro della Giustizia da Lia Quartapelle, che chiede delucidazioni sulle "iniziative che il Governo intende intraprendere affinché vengano urgentemente migliorate le condizione lavorative degli Ussm e degli Uiepe milanesi, specialmente per quanto riguarda l’aumento del loro organico". "Anche i concorsi sono poco risolutivi per Milano per i costi della vita e con questi livelli di stress", ricorda il delegato Usb.