
La battaglia infinita di Momo La Cassazione accoglie il ricorso e l’asilo resta in via Anfossi
di Marianna Vazzana
"La Corte cassa la sentenza impugnata". Accolto il ricorso dell’asilo nido privato e scuola dell’Infanzia “La locomotiva di Momo“, che potrà continuare a esistere nei locali di via Anfossi 36 in zona corso XXII Marzo in virtù della sentenza della Corte di Cassazione, seconda sezione civile, pubblicata lo scorso 30 maggio. "L’aspettavamo con ansia. Perché l’accordo stipulato con il condominio nel 2019 prevede la salvaguardia dell’asilo fino al 31 luglio del 2023. Una spada di Damocle che non ci consentiva di accettare iscrizioni. Ora abbiamo già una settantina di bimbi pronti a iniziare un nuovo anno scolastico" spiega Cinzia D’Alessandro, la fondatrice dell’asilo ed ex titolare di Child Care srl insieme alla sorella Giuliana, adesso a capo del comparto educazione del progetto Becoming Education "che appartiene a The yellow train Srl, di cui sono socia, e che ha assorbito Child Care. Non volevo più essere imprenditrice", continua D’Alessandro, che ha annunciato la novità su Facebook: "Abbiamo vinto in tanti, tutti coloro che ci hanno creduto sempre. Hanno vinto i bambini e i loro diritti che non ci stancheremo mai di promuovere, con questa e altre battaglie".
Questa battaglia comincia 12 anni fa, per volontà del condominio in cui questa realtà è ospitata dal 2012 di scacciare i bambini "per disturbo". Nel 2015 il giudice di primo grado condanna la proprietà dello spazio, che ha affittato i locali a Child Care srl, e intima di far cessare l’attività di asilo, perché quelle mura sono accatastate come ufficio. Gli avvocati presentano appello (asili nidi privati e studi commerciali e uffici rientrano nella stessa categoria urbanistica, la motivazione) chiedendo una sospensiva della sentenza di primo grado. Sospensiva ottenuta a luglio del 2016. Due anni dopo però la Corte d’Appello ribadisce la condanna: l’asilo deve chiudere. In particolare, equipara Momo a "scuola dove si pratica anche musica e canto", vietati dal regolamento condominiale. "Ma l’asilo è un luogo di educazione", parole di D’Alessandro. A novembre 2018 intervengono gli avvocati di LCA Studio Legale che assistono gratuitamente l’asilo, presentando ricorso in Cassazione e istanza di sospensiva. Per Momo intanto si mobilitano centinaia di cittadini. A gennaio del 2019, colpo di scena: la "pace" con il condominio grazie a un compromesso: niente più attività domenicali e possibilità di restare fino al 31 luglio 2023 (la data di scadenza del contratto d’affitto). "Ora siamo soddisfatti per la sentenza della Cassazione", continua D’Alessandro. Otto, i motivi del ricorso. Quattro accolti, tre “assorbiti“, "è stato ritenuto superfluo esaminarli, avendo accolto gli altri", spiega l’avvocato difensore Luciano Castelli, uno rigettato, che "pone una questione di natura processuale – si legge – e va prioritariamente e separatamente affrontato".
Al centro, "l’interpretazione contrattuale" tra i contraenti dell’accordo di locazione. "Nella interpretazione – chiarisce la Cassazione – del “divieto di destinare gli alloggi a uso sanitario, gabinetti di cura, ambulatorio per malattie infettive e contagiose, scuole di musica, di canto, di ballo e pensioni“, occorre preservare il significato lessicale delle espressioni", cioè a fare fede è "l’elencazione delle attività vietate risultanti nell’atto scritto, non potendosene desumere ulteriori e diverse in ragione delle possibili finalità pratiche perseguite dai condomini contraenti in rapporto ai pregiudizi che si aveva intenzione di evitare", come "tutte le attività rumorose". Non è ancora finita, però. "La Corte di Cassazione rinvia la causa alla Corte d’Appello che procederà a nuovo esame della causa uniformandosi a quanto però espresso in questa sentenza". Ma i bimbi per ora restano in via Anfossi.