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Rider Getir
Milano – La bolla è scoppiata, e una dopo l’altra le piattaforme del delivery si stanno ritirando dall’Italia. Un mercato negli ultimi anni aveva visto lo sbarco, a partire da Milano, di startup supportate da una massiccia campagna di investimenti.
L’ultimo addio è quello della turca Getir, che comporta il licenziamento di circa 370 lavoratori, per lo più rider impiegati per la consegna della spesa a domicilio, addetti allo stoccaggio dei prodotti, ma anche impiegati e personale amministrativo. La tedesca Gorillas, competitor nello stesso settore, ha già lasciato da tempo l’Italia. Una decisione analoga, nelle scorse settimane, per la statunitense Uber Eats.
A spartirsi il mercato, nel risiko delle consegne, restano Just Eat, Glovo e Deliveroo, oltre ad altre piattaforme più piccole e “made in Italy“. "Le motivazioni addotte sono le solite – spiegano Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs –. Bassa profittabilità, risultati non i linea con gli obiettivi, gli investitori non intenzionati a sostenere ulteriori investimenti. Nulla di nuovo in un settore, quello del food delivery, che vede un susseguirsi di crisi aziendali con migliaia di lavoratori lasciati letteralmente a piedi.
Una bolla che sta scoppiando anche in Francia, Spagna e Portogallo. Getir ha potuto sfruttare i benefici derivanti dall’essere sulla carta una startup, per decidere poi, al termine di tale periodo, di lasciare il nostro Paese". La piattaforma turca non avrebbe ancora aperto una procedura di licenziamento collettivo, e la partita è ancora tutta da giocare con l’obiettivo di salvare i posti di lavoro, anche attraverso il possibile ingresso di altre aziende interessate a rilevare l’attività. Un terremoto in un settore divenuto il simbolo del lavoro povero e precario, al centro di una lunga battaglia italiana ed europea per ottenere diritti e tutele per i rider.
Restano quindi in campo Glovo e Deliveroo, che si spartiscono il mercato del food delivery con Just Eat, società che a differenza delle altre inquadra i rider come lavoratori subordinati. Un modello seguito anche da Getir. Piattaforme per le quali lavora un esercito di rider: secondo le stime dei sindacati fino a settemila solo a Milano. Fattorini in bicicletta o in scooter che ora stanno cercando di ricollocarsi sul mercato del lavoro: alcuni migrano verso le piattaforme rimaste, mentre altri puntano le loro carte su settori differenti, nella speranza di un miglioramento delle condizioni.