ROBERTO CANALI
Cronaca

La caccia alle corse fantasma. E il convoglio delle 21.45 parte all’orario del successivo

Una sera di ordinaria disfunzione in Garibaldi con un occhio alla app e uno al tabellone. Chi si sfoga e chi si rassegna, poi tutti a bordo della prima carrozza: per viaggiare sicuri.

La caccia alle corse fantasma. E il convoglio delle 21.45 parte all’orario del successivo

Una sera di ordinaria disfunzione in Garibaldi con un occhio alla app e uno al tabellone. Chi si sfoga e chi si rassegna, poi tutti a bordo della prima carrozza: per viaggiare sicuri.

Sono lunghe le giornate dei pendolari lombardi, certe volte interminabili, perché alla ore in ufficio occorre sommare quelle del viaggio in treno e da anni i conti fanno sempre più fatica a tornare. Colpa del traffico, passeggeri e soprattutto merci, della pioggia quando piove, del gelo e della neve in inverno e del solleone in estate. E dei treni "cagionevoli" o "fatti di zucchero", come amano chiamarli i viaggiatori di lungo corso che ne hanno viste di tutti i colori, ma sono concordi nel dire che negli ultimi anni "è sempre peggio". Di giorno e anche la sera, quando i ritardi sono il male minore e il timore, per chi sceglie o è costretto a spostarsi in treno, è di non riuscire neppure a tornare a casa.

Ogni volta è un’avventura fatta di corse contro l’orologio e telefonino in mano, perché prima di mettersi in viaggio occorre informarsi sullo stato della linea e i treni a disposizione. L’app di Trenord è perfetta a questo scopo, quando funziona e viene aggiornata in maniera puntuale, ma anche in questo caso vale la regola della Legge di Murphy, ovvero che "quando una cosa può andar male lo farà". Come è capitato giovedì sera ai pendolari in partenza dalla stazione Garibaldi di Milano e diretti verso Como e Chiasso, una soluzione utile anche per chi si ferma in Brianza visto che il treno fa sosta a Monza, Desio, Seregno e Camnago. Via di corsa in metropolitana fino alla fermata di Porta Venezia e poi due fermate di Passante alla volta di Garibaldi: un occhio alla app di Trenord e uno all’orologio, tutto regolare, treno in partenza alle 21.45. A quell’ora la stazione è già deserta, le persone camminano veloci e anche l’ultimo caffè, aperto dal mattino, sta per chiudere.

Nei corridoi e sulle scale mobili si cammina veloci più per la paura di rimanere da soli e fare brutti incontri che per il timore di perdere il treno. Alla fine il ritrovo è sotto il grande totem nel sotterraneo, di fronte alle scale che portano ai binari. L’elenco dei treni in arrivo viene continuamente aggiornato con l’indicazione del binario di partenza, solo quello per Chiasso rimane in attesa. Il pendolare sa già che non è un bel segno, ma non dice niente, impegnato a tener d’occhio un ragazzo straniero, parecchio su di giri e con una bottiglia di birra in mano, che in viva voce si sta facendo spiegare da un connazionale dove dirigersi per prendere il treno. Passano i minuti, uno sguardo alla app di Trenord che rimane imperturbabile: il treno per Chiasso partirà alle 21.45 secondo l’orario. Quando mancano tre minuti alla partenza il tabellone finalmente si aggiorna: 20 minuti di ritardo. Non resta che telefonare a casa e avvisare: anche stasera si arriva tardi. "Sarebbe stato più onesto dire che l’hanno soppresso", sbotta un pendolare arrabbiato.

Non ha torto, visto che da Garibaldi è in programma un treno anche alle 22.04 e sarà proprio a quell’ora che il treno “in ritardo” partirà. Non resta che dirigersi al binario e salire sul convoglio, rigorosamente sulla prima carrozza per viaggiare più sicuri. In stazione i clochard si preparano per la notte, noi almeno si torna a casa. Ritardo permettendo.