Francesco Felice
Buonfantino*
Giò Ponti negli anni Sessanta ha progettato la parrocchia di San Francesco d’Assisi al Fopponino in via Paolo Giovio a Milano. Il quartiere, fino ad allora, era servito da una sola chiesetta seicentesca non più sufficiente a soddisfare il crescente fabbisogno della popolazione. In occasione di un piano di edificazione di nuove strutture ecclesiali, deliberato nel 1961 dall’Arcivescovo Giovanni Battista Montini, detto "Ventidue chiese per ventidue concili", si decise di assegnare il progetto a Giovanni Muzio che, però, non costruì l’opera. La realizzazione della nuova chiesa venne, quindi, affidata a Giò Ponti, già noto per il Pirellone. La chiesa ha pianta esagonale asimmetrica, la facciata principale è inglobata in altri due edifici liturgici, anch’essi costruiti su progetto di Giò Ponti, ma l’effetto è davvero unico: le tre strutture formano un palcoscenico che si affaccia direttamente su via Glovio. All’interno della chiesa, Ponti ripropone la soluzione utilizzata per la Chiesa di San Luca Evangelista a Milano in via Andrea Maria Ampère: ampia navata centrale a cui se ne affiancano due laterali separate da pilastri in cemento armato a sezione variabile che si raccordano alle travi che sorreggono la copertura. Sempre sulla facciata, troviamo undici finestre a forma di diamante, uno dei “segni” maggiormente utilizzati da Ponti, alcune delle quali, le laterali, aperte verso il cielo. L’effetto è straordinario, la facciata della chiesa si libra verso l’alto restituendo all’intera piazza una particolare leggerezza. Tutto il prospetto è rivestito in piastrelle color grigio con un effetto dinamico, leggero e moderno. Stessa forma a losanghe per i balconcini dei due edifici limitrofi... Gli arredi e i decori sono stati disegnati da Giò Ponti dando così un’impronta chiara e definita all’opera. Nulla è lasciato al caso: le vesti liturgiche, i confessionali, le panche, i candelabri tutto scelto dall’architetto secondo uno stile semplice, un po’ francescano, risoluto. Sulle pareti delle navate minori la Via Crucis in ferro battuto anch’essa disegnata da Ponti. Un edificio particolare che merita una visita approfondita. Un luogo che è stato capace di sopravvivere alle mode e al trascorrere del tempo e che dimostra che la buona architettura, come il buon design, riesce a fermare sulla materia lo spirito del tempo che la commissiona.
* Gnosis Progetti