ANDREA GIANNI
Cronaca

La Cittadella della Scala. Si parte nonostante il Tar: "Ignorate le denunce"

Cantiere assegnato a Ge.Di, opera da terminare entro il 4 settembre 2026. Il prossimo 6 novembre si discute il ricorso dalla ditta esclusa dai lavori. La Uil: "Ribasso allarmante sul costo della manodopera, il Comune non risponde".

La Cittadella della Scala. Si parte nonostante il Tar: "Ignorate le denunce"

Il progetto finanziato anche dal Pnrr cambierà il volto del quartiere Rubattino

Il cantiere della Magnifica Fabbrica della Scala è stato assegnato dal Comune a Ge.Di Group, con il conseguente semaforo verde per far partire i lavori per la maxi-opera finanziata anche con fondi del Pnrr: un progetto che punta a riunire depositi e laboratori del Piermarini in un’unica sede nel quartiere Rubattino. Pende però il ricorso al Tar (l’udienza è fissata per il 6 novembre) del consorzio Cadel, che ha impugnato l’esito del bando europeo da 25 milioni di euro ritenendo illegittima l’esclusione da una competizione in cui si era classificata al primo posto. Sull’appalto contestato interviene anche la Uil Milano e Lombardia, che aveva puntato il dito sull’affidamento a Ge.Di. con un "ribasso di oltre il 14% sui costi della manodopera" e ora torna a chiedere un intervento di Palazzo Marino e della Prefettura di Milano.

Un’anomalia che il sindacato aveva già segnalato nel luglio scorso durante un incontro in Prefettura, chiedendo chiarimenti alla stazione appaltante, cioè il Comune. "Aspettiamo ancora un riscontro e vorremmo dei chiarimenti in merito – spiega il segretario generale della Uil Milano e Lombardia Enrico Vizza –. Ci domandiamo, quanti siano gli appalti promossi da stazioni appaltanti pubbliche con condizioni simili a quelle al centro della segnalazione. È un sistema strutturale nei Comuni? Si controlla davvero l’applicazione dei Contratti collettivi di lavoro? Chi verifica se l’offerta di aggiudicazione è anomala o congrua con il Ccnl? Siamo nella settimana europea della Sicurezza e salute

sul lavoro e ci domandiamo a che cosa servono convegni, seminari e proclami quando ci sono casi di appalti pubblici, come quello assegnato per i lavori della Magnifica Fabbrica della Scala che speculano su manodopera e sicurezza. Alla luce di tutto questo – conclude Vizza – chiediamo la presenza del sindacato nelle commissioni di aggiudicazione degli appalti pubblici".

Il sindacato valuta inoltre "esposti alla magistratura" per denunciare "chi specula sulle regole e sui contratti di lavoro". Nel verbale di consegna dei lavori al colosso pugliese dell’edilizia Ge.Di. Group, che sta realizzando anche la Biblioteca europea di informazione e cultura (Beic), viene fissato per il 4 settembre 2026 il "termine di ultimazione dei lavori". Sul programma incombe però un’incognita, legata al giudizio del Tar. Il consorzio Cadel, che ha presentato il ricorso contro l’esclusione dalla gara per una offerta valutata come "non affidabile" , ha rinunciato alla richiesta di sospensiva dei provvedimenti contestati, a patto che i giudici fissassero in tempi rapidi l’udienza di merito. Udienza che, quindi, è stata messa in calendario per il 6 novembre. Per il Comune, che si è costituito in giudizio attraverso una delibera di Giunta, le procedure sono state eseguite correttamente e il ricorso "appare infondato". La palla passa ora ai giudici, mentre la Uil rilancia gli appelli contro gli appalti al ribasso, con risparmi che si ripercuotono sugli stipendi degli operai.

"Invece di proporre un salario cittadino per Milano, che si tradurrebbe in un nuovo modello di gabbie salariali – spiega Vizza – bisognerebbe parlare di contrattazione nazionale e di contrattazione di secondo livello, applicata attualmente solo al 20% dei lavoratori. Abbiamo enti locali che affidano appalti per la gestione di musei e altri servizi ad aziende che non rispettano i contratti collettivi nazionali – sottolinea – che erogano salari sotto i 9 euro l’ora e nessuno della politica interviene".