"Siamo stati rapinati". Una voce concitata, durante una telefonata-lampo. Dopo la fuga dei banditi, la responsabile del laboratorio orafo "Trafilor" di via Assab 5, ha subito comunicato l’accaduto agli uffici della contabilità mentre la polizia era già al lavoro per raccogliere le testimonianze dei dipendenti e passare al setaccio i locali e i filmati della videosorveglianza. "Era comprensibilmente agitata", racconta chi è riuscito a parlare con lei. "È stata un’esperienza terribile". Per fortuna nessuno è rimasto ferito durante il colpo. Cinque banditi hanno sequestrato i dipendenti dell’attività minacciandoli con pistole e sono riusciti a darsi alla fuga con il bottino di metalli preziosi da un milione e mezzo di euro. Fuori non c’è un’insegna, nessuna indicazione. Solo un nome sulla targhetta appesa al cancello, accanto alle altre. Prima di ieri mattina, il laboratorio orafo "Trafilor" di via Assab 5 era quasi invisibile, dentro un condominio di due piani. "Al piano terra c’è solo il laboratorio con gli uffici. Sopra, vivono due famiglie – racconta un uomo di origine sudamericana –. Della rapina non mi sono accorto". Non è l’unico, anzi: tutti i residenti interpellati scuotono la testa.
"Rapina? Al vedere la polizia e le telecamere, credevo ci fosse un set pubblicitario in strada", commenta un’abitante del civico 7. "Usiamo il cortile per parcheggiare, è a disposizione di tutti i condòmini e dei lavoratori – spiega un inquilino –. Una volta a settimana vedo arrivare un portavalori ed è sempre filato tutto liscio, prima di oggi". Al punto che molti residenti della via neanche sapevano che oltre quel cancello ci fosse un laboratorio orafo. Attività sconosciuta anche ai "vicini" di via Benadir, in un complesso con diverse ditte. Neppure loro, già al lavoro alle 8, hanno visto né sentito nulla: "Della rapina – sottolinea uno dei lavoratori – abbiamo saputo solo in tarda mattinata, vedendo la polizia". M.V.