MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

La fabbrica di sigarette. Ridotti in schiavitù gli operai reclutati a luglio in Bielorussia

Tratta e contrabbando: sequestrata a Rodano un’attività illegale all’interno di un complesso di capannoni adibiti anche a dormitorio. Il giudice ha prima arrestato e poi rilasciato gli undici lavoratori.

La fabbrica di sigarette. Ridotti in schiavitù gli operai reclutati a luglio in Bielorussia

Tratta e contrabbando: sequestrata a Rodano un’attività illegale all’interno di un complesso di capannoni adibiti anche a dormitorio. Il giudice ha prima arrestato e poi rilasciato gli undici lavoratori.

Blitz della Finanza all’ex deposito di fuochi artificiali, dove è stata scoperta una fabbrica illegale di sigarette, All’interno sono stati trovati 11 lavoratori "schiavi" ai quali pare fosse stato tolto l’unico documento d’identità di cui erano in poessso: il passaporto. Ancora una volta, una brutta storia di caporalato - e ancora una volta alle porte di Milano - portata alla luce da un’intensa indagine condotta dagli uomini del comando della Guardia di Finanza di Milano. Il blitz è stato effettuato in una zona distante dal centro abitato e ben nascosta dalla riserva naturale della sorgente della Muzzetta, vicina allo Stradone del Duca, uno sterrato lungo circa un chilometro. I finanzieri hanno fatto irruzione in alcuni capannoni, uno attrezzato con macchinari professionali di dimensioni industriali e un altro adibito a edificio direzionale e alloggi, dove c’erano gli 11 manovali. Dieci cittadini della Bielorussia e un altro straniero, arrivati un mese fa dopo aver risposto a un annuncio online che prometteva dai 2.500 ai 3mila euro al mese, un importo che equivale allo stipendio medio annuale in Bielorussia.

Per venire in Italia sono entrati in contatto prima con dei mediatori. Sono stati portati in Italia in tre gruppi "scaglionati" attraverso differenti tratte e durante il viaggio sono stati sequestrati i loro cellulari. Una volta giunti a Rodano, come hanno raccontato ai finanzieri, è stato ordinato loro di ripristinare l’area che era "abbandonata e piena di rifiuti edili" e di "portare l’energia elettrica attraverso il montaggio di un generatore". In uno dei capannoni sono poi stati montati i macchinari industriali per la lavorazione del tabacco e la produzione di sigarette contraffatte. Gli undici lavoratori stranieri, inizialmente arrestati, sono stati poi rilasciati dal giudice per le indagini preliminari Fabrizio Filice, "perché responsabili del reato di contrabbando e contraffazione" ma d’altro canto sono state loro stesse le vittime di "una organizzazione criminale a carattere transnazionale". Ai lavoratori, praticamente sotto sequestro, era "severamente vietato spostarsi liberamente nell’area", tant’è "che era stato predisposto un circuito di videosorveglianza", un "cancello di uscita era comunque chiuso e loro non avevano le chiavi". La spesa veniva portata da un ragazzo che viveva nei pressi dei fabbricati e che si occupava anche della spazzatura, mentre per le emergenze, ma non per chiamare i parenti, l’organizzazione aveva messo a disposizione per tutti un solo telefono.

Una situazione, come osserva il gip Fabrizio Filice, che "lambisce il sequestro di persona", oltre che essere "degradante" per le condizioni in cui gli operai, tutti incensurati, sono stati costretti a vivere e lavorare senza essere mai stati retribuiti. Gli arresti sono stati convalidati, così come il sequestro dell’opificio, chiesto dal pm Giovanni Tarzia, e risalgono allo scorso martedì. Nell’area, una volta deposito di fuochi d’artificio, erano stipate numerose macchine per la lavorazione del tabacco, la fabbricazione di sigarette, il confezionamento di pacchetti e stecche con marchio "Marlboro" e "Winston". La quantità di tabacco lavorato a cui ora sono stati messi i sigilli, è di 3.510 chili, mentre le sigarette sono 52mila suddivise in 104 colli da 50 stecche ciascuno, per un peso di 1.040 chili.