Enrico
Beruschi
Ieri sera ho ripreso in mano un meraviglioso libro, che parla della storia di Milano intorno al Cinquecento; una lettura difficile, ma appassionante per merito dell’autore Federico Rossi di Marignano e del protagonista Gian Giacomo Medici detto Il Medeghino, con la tesi, che tanto mi appassiona, che fosse lui l’Innominato dei Promessi Sposi. E la falda? Da milanese, fino al midollo, non riuscivo a dormire pensando alla mia città nei secoli e ad alcune mie esperienze. Nel ’74 andai ad abitare in Piazza Borromeo, casualmente nella casa dove nacque un mio bisnonno materno durante le Cinque Giornate di Milano; in quell’anno stavano scavando il posteggio sotterraneo, tanto comodo per la zona; mi pare 7 piani sotto, di cui 2 furono chiusi qualche anno dopo per l’innalzarsi della falda acquifera (come in altri del centro e anche in tratti della metropolitana, progettata da ingegneri che non sapevano che Milano era praticamente costruita sull’acqua , o quasi). Alle 3 di notte ero ancora lì a chiedermi: ma con la siccità di quest’anno, la signora “falda” come si è comportata? Lungi da me l’idea di scavare un pozzo, ma potrebbe essere un argomento interessante anche per i giornali ed i TELEgiornali, al posto delle lugubri notizie, che la fanno da padrone. Quando piove molto, l’acqua è un’assassina, poi si scopre che i lavori di difesa erano programmati da anni, ma nessuno li ha fatti. L’acqua ha sempre ragione, dai tempi di Noè. Una chicca: in centro di Milano, basta scavare poco, perché nei primi metri sotto si rivelano i resti del medioevo, dell’epoca imperiale e via discorrendo.