DIEGO VINCENTI
Cronaca

“La ferocia“, tra la Puglia e Twin Peaks

Il corpo assente. Eppure lì, al centro di racconti e di desideri e di amplessi. Come se Clara non...

Il corpo assente. Eppure lì, al centro di racconti e di desideri e di amplessi. Come se Clara non...

Il corpo assente. Eppure lì, al centro di racconti e di desideri e di amplessi. Come se Clara non...

Il corpo assente. Eppure lì, al centro di racconti e di desideri e di amplessi. Come se Clara non potesse che essere abusata anche in morte, strumento di potere e di autodistruzione intorno a cui ruota “La ferocia“, prodotto da Elsinor insieme agli Scarti di La Spezia, da domani all’Elfo Puccini. Lavoro di VicoQuartoMazzini. Che lo scorso anno ha raccolto ben tre premi Ubu, fra cui miglior spettacolo. Insomma, è andata piuttosto bene questa trasposizione del romanzo di Nicola Lagioia pubblicato da Einaudi, premio Strega e Mondello nel 2015. Qui adattato da Linda Dalisi, per la regia di Michele Altamura e Gabriele Paolocà. Una tragedia famigliare. Meno pugliese dell’originale, più metafisica. Dentro un contenitore noir alla Twin Peaks. Dove si osserva come in un acquario questa varia umanità di mostri arricchiti, capaci di nascondere l’indicibile (i segreti dietro la morte della figlia) pur di rincorrere ancora una volta il denaro. Con la vicenda a svilupparsi quasi interamente nella villa di Vittorio Salvemini, palazzinaro di lusso, Re Sole di Puglia. Intorno a lui la famiglia e una rete sociale priva di alcuna morale. Ma le fondamenta sono fragili. E quando Clara viene trovata nuda e ricoperta di sangue sulla provinciale verso Taranto, si capisce subito che questa cosa sarà un grosso guaio. E come tale andrà gestito. Ottimo il cast. Con i due registi anche in scena insieme a Leonardo Capuano, Enrico Casale, Gaetano Colella, Marco Morellini, Andrea Volpetti e a una straordinaria Francesca Mazza.

Diego Vincenti