ANNA MANGIAROTTI
Cronaca

La fucina dei monumenti: "Da Wildt alla High Line arte forgiata nel nostro fuoco"

Bernabò Visconti di Modrone guida la Fonderia Battaglia, che ha oltre 110 anni "Ora siamo a Lambrate e possiamo realizzare opere ancora più grandi".

Bernabò Visconti di Modrone guida la Fonderia Battaglia, che ha oltre 110 anni "Ora siamo a Lambrate e possiamo realizzare opere ancora più grandi".

Bernabò Visconti di Modrone guida la Fonderia Battaglia, che ha oltre 110 anni "Ora siamo a Lambrate e possiamo realizzare opere ancora più grandi".

Il nome lo identifica con l’aristocratica gens milanese risalente al Milletrecento. L’attività che guida, la Fonderia Artistica Battaglia, è luogo dove memoria e futuro si fondono in un presente continuo, in un’area di Milano che si sta reinventando radicalmente dopo la chiusura di grandi aziende metalmeccaniche.

Perciò, proprio a Lambrate, Bernabò Visconti di Modrone, è venuto a insediarsi? "Da alcuni anni, sì, abbiamo trasferito qui la Fonderia. Nel 1913 era sorta in via Gran San Bernardo, vicino alla cinquecentesca Villa Simonetta. Seconda sede, sempre a ridosso del Monumentale (per cui è stata fusa la famosa Ultima Cena della tomba Campari, ndr), in via Stilicone: un tempo “fuori Milano”, ora “centro”, quindi con troppi vincoli. Nel trasferimento abbiamo perso in romanticismo, ma guadagnato in efficienza e logistica, con la possibilità di realizzare opere di sempre maggiori dimensioni".

Al civico 17 di via Oslavia, si entra il realtà in un dinamico mini-quartiere – per densità di palazzine, magazzini, opifici, uffici – dentro Lambrate. Divini, certo, i vostri manufatti. Ma a “casa del diavolo“ la location. "Il complesso industriale di via Oslavia non è poi così lontano dal centro: 10 minuti in motorino – io stesso lo uso in sharing – e facilmente raggiungibile con la metropolitana".

D’accordo, ma torniamo idealmente in via Stilicone, all’inizio della storia. "Ero molto giovane quando entrai in via Stilicone alla Fonderia Artistica Battaglia. Mio padre Matteo Visconti di Modrone aveva salvato dal fallimento il glorioso opificio, e ne era diventato presidente nel 1999. Per me, un coup de foudre: il fuoco magico, i gesti antichissimi, immediata la sensazione della scultura come arte che si perde nella notte dei tempi".

Nel recente passato chi ha avuto fiducia nel riprodurre da Battaglia le sue opere in bronzo? "Adolfo Wildt, Arturo Martini, Giacomo Manzù, Francesco Messina, Lucio Fontana... Ma il rapporto con gli artisti mai s’interrompe. Nel 2022 Paola Pivi ha realizzato da noi l’opera per il programma artistico della High Line di New York a cura di Cecilia Alemani: “You know who i am“".

Quel ragazzo che scoprì la fonderia intrecciata alla storia dell’arte e di Milano, e studiò Matematica alla Statale, cosa è poi diventato? "Io sono fondatore e amministratore di Artshell, startup innovativa per la gestione e presentazione delle opere d’arte. Un mezzo, con diverse funzionalità, che permette a gallerie, collezioni, fondazioni, anche musei, di archiviare, condividere, valorizzare e conservare le proprie collezioni. Rispettando la privacy, grazie a un’infrastruttura cloud conforme ai massimi requisiti di riservatezza".

Collaborazioni istituzionali? "Con molte corporate collection, fiere come Miart, manifestazioni come Milano Art Week, organizzata con Camilla Invernizzi. Esperienza che mi ha permesso di scoprire un tessuto cittadino di piccole attività culturali e artigianali, guidate con grande passione, vera forza e motore economico anche del mercato dell’arte".

E come vive l’essere diventato ceo della Fonderia, alla scomparsa di suo padre, nel 2023? "In sua memoria, io, nuovo “custode“, ho istituito con Miart il Premio Matteo Visconti di Modrone. Lo abbiamo appena assegnato a Ruth Beraha. Per il valore di diecimila euro, potrà lavorare per la prima volta con il bronzo, materiale eterno. Insieme alle nostre maestranze, aggiungere valore al suo progetto, sperimentando e scoprendo i segreti della fonderia".

I segreti della vostra tecnica (che consente 150 diverse patine, o colori d’ossidazione, il più ampio catalogo al mondo) non ce li può rivelare. Ma cosa realizzerà la giovane artista? "Un’aquila rovesciata, con la testa incastrata in un piedistallo, che sovverte il simbolo per eccellenza del potere".

Obbligandoci al confronto con i nostri tempi, c’interroga sul significato del monumento? "La Fonderia Battaglia da più di 110 anni è, possiamo dire, artefice di monumenti: da questi reparti sono uscite sculture gloriose, folli, enormi, piccole, moderne, antiche, lucide, patinate. Capolavori di maestri del Novecento e contemporanei, capaci d’interpretare, usare, modellare il bronzo in modi unici. A 40 anni, mi sto impegnando a prolungare la tradizione. Ancora “custodi“ mi auguro siano coloro che in famiglia mi succederanno".