Non metteva piede a San Siro da un pezzo, ma da due anni il capo era lui. Lo era diventato dopo l’omicidio del predecessore Vittorio Boiocchi, andato in scena il 29 ottobre a Figino. Ora smetterà di esserlo per un altro delitto: quello che lui stesso ha compiuto ieri mattina a Cernusco sul Naviglio, uccidendo con una coltellata alla gola Antonio Bellocco e sparandosi al fianco per poi raccontare la storia della reazione per legittima difesa a un’aggressione a mano armata. La parabola criminale del leader quarantanovenne della Nord è ricostruita nel decreto della Sezione autonoma Misure di prevenzione del Tribunale che il 25 ottobre 2022 gli ha affibbiato la sorveglianza speciale per un anno e mezzo (con divieto di soggiorno a Milano). Il "Berro" ha accumulato un curriculum infinito di "reati da stadio", che si somma alle condanne per droga, furto e simulazione di reato (2000) e lesioni personali in concorso (2015) e ai procedimenti per estorsione e percosse (2018).
L’ultima volta è stato arrestato a fine 2022 dai carabinieri della stazione di Pioltelllo, che gli hanno notificato un ordine di carcerazione per la violazione del Daspo di 3 anni (poi allungato a 10) che la Questura gli comminò il 19 aprile 2017 per l’assalto di due mesi prima ai tifosi romanisti davanti a un locale di via Tesio; venti mesi dopo quel raid, Beretta si ripresentò come niente fosse in zona stadio prima di Inter-Parma. Da qui la condanna a 6 mesi, datata 4 maggio 2021 e divenuta irrevocabile il 19 luglio successivo. Non certo l’unica infrazione alle regole di Beretta, che ne ha messe in fila una lunga serie. Il 15 dicembre 2019, ad esempio, viene notato all’esterno del campo Coni di Sondrio per la partita di Serie D tra i padroni di casa e il Seregno. Il 9 febbraio 2020, viene denunciato per due blitz in rapida successione: il primo nella Bergamasca durante la gara Brusaporto-Dro Alto Garda (lancio di petardi contro i carabinieri e Daspo di 8 anni); il secondo qualche ora dopo a San Siro prima del derby (arresto della Digos perché presente in zona Baretto negli stessi momenti in cui 200 tifosi lanciarono petardi e bottiglie contro le forze dell’ordine). Il 17 gennaio 2021, viene nuovamente indagato "in quanto riconosciuto tra i responsabili dell’accensione pericolosa di fuochi d’artificio effettuata a ridosso dello stadio San Siro in concomitanza con l’inizio della partita Inter-Juventus".
Un mese dopo, il 21 febbraio, viene deferito all’autorità giudiziaria per non aver ottemperato all’obbligo di firma (per lui triplice dal 10 febbraio 2020) in caserma a Pioltello durante un’altra stracittadina. Il 6 giugno, lo troviamo sugli spalti di Casatenovo come supporter ospite nel match Casatese-Seregno insieme al pregiudicato Matteo Morra. Il 16 febbraio 2022, come accertato poi nel processo concluso con un anno di reclusione convertito in una multa di 3.650 euro, picchia un bagarino prima di Inter-Liverpool, impedendogli pure di assumere un farmaco salvavita e osservandolo "ormai a terra, cianotico e semicosciente, senza adoperarsi in alcun modo per prestargli soccorso". All’udienza per la sorveglianza speciale di due anni fa, Beretta ha riconosciuto "di aver fatto degli sbagli, legati alle problematiche di gestione dei gruppi organizzati della Curva Nord, che annovera circa 7mila persone tra cui vari pregiudicati, per cui le violazioni del Daspo sono state dovute alla necessità di tenere sotto controllo alcune situazioni". Gestore del negozio di abbigliamento "Milano siamo noi" a Pioltello, in quell’occasione il suo legale ha prodotto "prospetti reddituali e visura camerale" della Wagner srls, attiva nel settore della caffetteria-ristorazione da luglio 2022 e di cui il quarantanovenne è socio e amministratore unico.
Non è l’unica che ha costituito nel corso della sua vita. Dai documenti, risulta che il 22 aprile 2008 ha assunto la carica di amministratore unico della Alimport srl di Cernusco sul Naviglio, oggi inattiva. Così come è attualmente inattiva la M.B.Betting sas, costituita il 23 ottobre 2013 con due soci al 50%: Beretta e Roberto Manno, figlio di Francesco e nipote di Alessandro, arrestati nell’operazione Infinito e condannati rispettivamente a 9 anni e a 15 anni e 3 mesi come esponenti di primo piano della locale di Pioltello.
Nicola Palma