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La gang di rapinatori rom "Oggi prendo 10mila" Fra telefonate criptate Audi e bancomat spiati
di Marianna Vazzana
MILANO
"Quasi rischiavamo di essere presi...". "Diecimila mi prendo oggi". Poche parole. Frasi brevi. Ma si arriva sempre al punto. Conversazioni preziose per inchiodare rapinatori rom in Italia per rubare scegliendo a caso le loro prede, per poi tornare in Romania. Sabato scorso è scattato il fermo di indiziato di delitto per Fernando Gheorghe, ventenne nato in Spagna, accusato di aver derubato insieme a due complici una coppia milanese lo scorso 26 marzo. Il giorno del suo compleanno. La “festa“ è finita dopo tre mesi, durante un controllo a Modena.
Il 26 marzo sono passate da poco le 18 quando i tre banditi si intrufolano nel garage di un condominio in viale Monte Santo, in pieno centro, con un’Audi A4 grigia intestata a un prestanome, dopo aver seguito marito e moglie (di 66 anni lui, di 56 lei) a bordo della loro Maserati Mistral. Il palo resta davanti alla fotocellula del cancello e gli altri due entrano in azione con i volti coperti da mascherine chirurgiche: al piano -1 trascinano le vittime fuori dall’abitacolo, le colpiscono con calci e pugni e strappano loro gli orologi, a lui un Rolex modello Gmt Master da 13mila euro e a lei un cronografo Bulgari in oro con brillanti da 20mila. Entrambi riportano contusioni e l’uomo anche una frattura a un dito, con prognosi di 30 e 10 giorni. Gli agenti della Squadra Mobile, diretti da Marco Calì e dal funzionario Francesco Federico cominciano subito le indagini, coordinate dal VII Dipartimento della Procura. Incrociano i dati emersi dalle immagini delle telecamere e dall’analisi del traffico di celle telefoniche, agganciate da cellulari “citofoni“ accesi dai banditi solo per comunicare tra di loro. A incastrare i due, le nuove schede attivate il pomeriggio del 29 aprile in un un negozio di Roma: ci sono occhi elettronici, si vedono le loro facce. Altro tassello. Gli investigatori ricostruiscono poi i movimenti della banda, e spesso le tappe coincidono con luoghi di rapine, come quella dell’8 maggio a Pianoro (Bologna): derubata una donna che ha appena prelevato al bancomat. "Devi stare ancora una settimana", dice al telefono dalla Romania, al marito, la moglie di uno dei banditi (ricercato), dicendogli di portare a casa soldi necessari per esami medici. In un’altra conversazione, lo stesso si lamenta di aver perso 1.500 euro, riferendosi probabilmente al bottino di un colpo commesso a Sutri (Viterbo), sequestrato dai carabinieri.