GIULIA BONEZZI
Cronaca

La gioventù polveriera. Tre super-comunità minorili per curare il disagio psichico

Nove posti a Casteggio, altri 27 entro l’estate tra il Comasco e il Bresciano destinati a ragazzi che hanno commesso reati con fragilità e dipendenze. La sperimentazione parte in Lombardia (che investe 2,52 milioni di euro).

L’Ipm Beccaria, teatro di numerose rivolte negli ultimi anni

L’Ipm Beccaria, teatro di numerose rivolte negli ultimi anni

La prima è operativa, con nove posti e la gestione di Recovery for Life (un ente privato specializzato in riabilitazione di persone con quadri psico-patologici complessi), a Casteggio in provincia di Pavia; altre due apriranno entro l’estate in provincia di Como e nel Bresciano per un totale di 36 posti, assicura l’assessore al Welfare Guido Bertolaso, presentando insieme alle colleghe Elena Lucchini (Famiglia e solidarietà sociale) e Simona Tironi (Istruzione, formazione e lavoro), al capo del dipartimento per la Giustizia minorile Antonio Sangermano e al sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari il progetto sperimentale delle "Csgm".

Cioè "Comunità sociorieducative ad alta integrazione sanitaria", per minori che arrivano dal circuito della giustizia minorile e hanno quadri complessi di disagio psichico, anche combinato all’abuso di sostanze: quei "nuovi profili devianti" in pericoloso aumento che corrispondono a ragazzini, spesso stranieri non accompagnati, spesso anche "con polidipendenze, da hashish, marijuana, crack, eroina fumata, psicofarmaci come il Rivotril" e con "disturbi del comportamento, talora di origine post-traumatica", dettaglia il magistrato Sangermano. Ingestibili e incurabili dentro gli Istituti penali minorili (Ipm) come il Beccaria, e ancor meno nelle comunità per minori dove solo il penale invia circa trecento minori all’anno in Lombardia, già "intasate dal disagio giovanile", chiarisce Bertolaso ribadendo che affrontare quest’emergenza nella sue varie forme "per Regione Lombardia è una priorità assoluta".

Così sarà la Lombardia a sperimentare questo modello innovativo di comunità ad alta assistenza, in cui la Regione investe due milioni 520 mila euro per coprire il 60% della tariffa, da 320 euro al giorno per ciascuno dei 36 posti, mentre il restante 40% sarà a carico del ministero della Giustizia. Le Csgm prevedono la presenza costante di un operatore ogni tre ospiti (il doppio rispetto a un asilo nido e oltre il quadruplo di una Rsa), un infermiere 24 ore su 24 e poi neuropsichiatri, educatori, tecnici della riabilitazione, mediatori culturali, personale del penale minorile per assicurare una serie di attività dalla psicoterapia (individuale e di gruppo) ai laboratori allo sport.

Saranno coordinate dalla Direzione Welfare tramite una cabina di regìa (con i gestori, il centro per la Giustizia minorile lombardo, il Tribunale dei minori e l’Asst Santi Paolo e Carlo che gestisce la sanità penitenziaria nel Milanese), che valuterà ogni ingresso in queste comunità per acuti con criteri fissati in una delibera lo scorso luglio, come avere tra i 14 e i 21 anni (23 se il reato è stato commesso da minori), "l’esigenza di un contesto protetto", "sintomi assimilabili a gravi disturbi della condotta, con o senza abuso di sostanze" e "multiproblematicità e complessità".

Mentre saranno esclusi minori bisognosi di approcci diversi, ad esempio con disturbi psichici o disabilità intellettive gravi, o "conclamata pericolosità sociale" e "bisogni di contenimento". Nelle Csgm ci saranno invece gli antropologi, in collaborazione con l’università di Bologna, per personalizzare percorsi terapeutici che non dovrebbero durare più di un anno, prima di reinserire i ragazzi in un’altra comunità o nel mondo, "coinvolgendo, ove possibile, la famiglia", sottolinea l’assessora Lucchini.

"Alle chiacchiere di chi ci ha preceduto rispondiamo con i fatti", commenta il sottosegretario Ostellari (della Lega, eletto in Senato la prima volta nel 2018 quando il suo partito governò per oltre un anno coi 5 Stelle, poi tra il 2021 e il 2022 con Draghi), rivendicando l’impegno del Governo "nel contrasto alla violenza e alla devianza minorili", dal decreto Caivano a "tre nuovi Istituti penali minorili entro l’estate a Rovigo, Lecce e L’Aquila".