
La globalizzazione: il mondo come una catena
“Globalizzazione”: una parola entrata a far parte del nostro lessico ormai da anni, ma esattamente cos’è? Come ha cambiato il mondo? Ha portato più vantaggi o svantaggi?
Questo fenomeno ha comportato un cambiamento economico, diffusosi intorno agli ultimi decenni del XX secolo, nel quale, mercati, produzioni, consumi, modi di vivere e di pensare sono connessi su scala mondiale grazie a un continuo flusso di scambi.
Nel campo delle comunicazioni la globalizzazione coinvolge una rete sempre più ampia di Paesi, i cui rapporti sono favoriti dalle innovazioni tecnologiche. In particolare l’avvento di Internet ha portato dalla old economy, basata sull’industria manifatturiera, alla new economy che fornisce beni immateriali come informazioni, dati e collegamenti in rete. La rete telefonica e satellitare rende possibile le telecomunicazioni anche nelle zone più sperdute del mondo, consentendo a tutti gli Stati l’accesso a una grande quantità di risorse e informazioni provenienti da ogni parte del pianeta.
Chi appoggia la globalizzazione vede in questo processo la possibilità di realizzare una crescente ricchezza mondiale, maggiori possibilità di sviluppo, libertà culturale, progressi tecnologici, istruzione e formazione, competitività e libera concorrenza. La globalizzazione può costituire un’opportunità di crescita economica per nazioni a lungo rimaste ai margini dello sviluppo economico mondiale.Tuttavia non tutti ritengono positivi gli effetti di questo processo, primi fra tutti i no global. La critica principale del movimento va alle multinazionali che organizzano la produzione in almeno due Paesi diversi, in particolare i processi di ricerca e di progettazione si concentrano nelle zone dove le conoscenze tecnico-scientifiche sono più sviluppate, mentre la produzione si sposta nei Paesi dove la manodopera costa meno, i salari sono più bassi e ci sono minori controlli sulla sicurezza.
Gli effetti delle multinazionali sulla società non sono considerati positivi perché, per la quantità di denaro che possiedono, possono sostenere i governi che le favoriscono, abbattere quelli avversari, finanziare associazioni umanitarie ma anche organizzazioni terroristiche. Queste aziende diventano così anche una fonte di pericolo.
La globalizzazione, oltre a influenzare l’economia, ha effetti sulla cultura, in particolare sulle culture locali che vengono sostituite dalle grandi aziende che prendono il potere sul piano commerciale nel mondo. La graduale perdita delle culture locali rende il mondo uniforme, dove non si riesce a distinguere bene le identità locali portando come conseguenza il fatto che, al giorno d’oggi, molte persone vivono la stessa realtà, fatta di stesse mode, alimenti e musica. Questo fenomeno si verifica anche nella vita dei giovani, ovviamente di quelli che hanno accesso alle reti Internet tramite cui è possibile la diffusione di questa tendenza.