Laura
Agnoletto Baj*
La leggenda narra che William Blackstone, il primo produttore della progenitrice della lavatrice, in occasione del compleanno della moglie nel 1874 le regalò un macchinario di sua invenzione per lavare la biancheria in modo più agevole. La cosa da non sottovalutare é che con l’ avvento degli elettrodomestici e in particolare della lavatrice nasce il “ tempo libero per le donne”. Se il tempo libero per gli uomini nasce nel primo novecento in Europa con l’ introduzione delle 8 ore lavorative, quello per le donne é cominciato negli anni 5060 con la commercializzazione di questi elettrodomestici che hanno di molto alleggerito il carico di lavoro casalingo delle donne. Contemporaneamente alcune intellettuali dibattevano sul ruolo della lavatrice nella vita delle donne e, se da una parte per esempio Miriam Mafai scriveva "Non capisco perché il pensiero femminista sia sospettoso nei confronti della tecnoscienza. A liberarci è stata la lavatrice", dall’ altra alcune femministe temevano che si trattasse di una falsa rivoluzione, perché le pubblicità insistevano sull’utilizzo del tempo libero “regalato dalla lavatrice” affinché fosse riempito con attività comunque legate alla cura della casa, della propria bellezza per compiacere il marito e non mandavano invece messaggi di consapevolezza ed emancipazione.
Le lavatrici, come tutti gli elettrodomestici, in quegli anni sono state oggetto di un attento design, la cosa strana o meglio che rivela quanto fosse discriminatoria la società e il mondo del design in quel periodo é che nessuna donna ha firmato qualche progetto di lavatrice, macchina da cucire, catino per la cucina etc..anche se erano oggetti usati solo dalle donne. Se guardiamo i primi 10 anni del premio Compasso d’ Oro vedremo che solo 3 progettiste lo hanno vinto contro i quasi 100 progettisti e la cosa interessante è che due hanno vinto con un loro prodotto legato al tessile, ambito “suggerito o meglio permesso” alle donne.
*Docente Ied