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Cronaca

La legge sul Fine Vita al Pirellone: "Si abbia il coraggio di decidere"

L’appello di Cappato e dei partiti del centrosinistra al presidente Fontana e ai consiglieri di maggioranza. La proposta arriva in Consiglio regionale il 19 novembre. "Adesso non ci si nasconda dietro a un dito".

La legge sul Fine Vita al Pirellone: "Si abbia il coraggio di decidere"

Marco Cappato e gli esponenti di Pd, Movimento 5 Stelle e Patto Civico in Regione

In Regione Lombardia sul Fine Vita "stanno preparandosi a nascondersi dietro ad un dito, un po’ alla Don Abbondio, dietro ad un’inesistente problema di incompetenza del Consiglio regionale". Così Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, promotrice della proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito. Parole, quelle di Cappato, proferite a margine del presidio tenuto ieri sotto Palazzo Lombardia insieme ai partiti di opposizione, in vista della seduta di Consiglio regionale di martedì 19 novembre, nella quale il centrodestra lombardo, dopo il percorso nelle due commissioni individuate come competenti (Affari Istituzionali e Sanità), presenterà una "pregiudiziale di illegittimità costituzionale" sul progetto di legge. Se tale pregiudiziale sarà approvata, come probabile, la materia sarà definitivamente riconosciuta come di competenza statale e non regionale e il testo del provvedimento non sarà discusso

"C’è il rischio che tra pochi giorni Regione Lombardia commetta un atto di grave e profonda irresponsabilità rifiutandosi di dare risposta alle persone che soffrono e che chiedono di essere aiutate a morire, ma anche ai medici che hanno diritto di lavorare sapendo quali sono le regole quando una persona fa questo tipo di richiesta –ha aggiunto Cappato –. Esistono già delle regole di fatto che i medici lombardi stanno seguendo. Noi chiediamo che ci siano delle regole vere di garanzia sia per i malati sia per i medici. Lancio un appello al presidente Attilio Fontana, che aveva dichiarato di voler esaminare nel merito questa proposta sulla base della coscienza di ciascun consigliere. Invece ora rischia di prevalere una logica ottusa e di partito. Presidente Fontana, si abbia il coraggio di decidere ciascuno con la propria testa". Sulla stessa linea tutti i partiti del centrosinistra. "I consiglieri di maggioranza possono ancora decidere di ribellarsi al diktat dei vertici di Fratelli d’Italia e, martedì, esprimere un voto in coscienza e libertà, come peraltro aveva chiesto loro anche Fontana – sottolineano, dal Pd, Pierfrancesco Majorino e Carmela Rozza –. Per una volta sarebbe utile che ascoltassero le parole del presidente, uscendo dalla gabbia delle logiche di partito, perché non si possono abbandonare le persone nel momento peggiore. Purtroppo, ad oggi, abbiamo visto la destra affrontare la questione in modo puramente ideologico".

"Sosteniamo le richieste dell’Associazione Coscioni, sottoscritte dai lombardi, perché ci troviamo di fronte a un vuoto normativo che i consiglieri regionali della Lombardia hanno l’occasione di colmare – rimarca Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle –. Il 19 novembre chiediamo a tutti i consiglieri di essere autonomi, svincolarsi dalle imposizioni delle segreterie politiche dei partiti e avere il coraggio di procedere con quanto i cittadini, nonché la sentenza della Corte costituzionale, hanno chiesto di fare: garantire tempi di risposta certi a coloro che si trovano nella dolorosa condizione di aver diritto al Fine Vita". Quindi Luca Paladini e Michela Palestra, consiglieri del Patto Civico: "Assumersi la responsabilità di discutere e decidere è la base del confronto democratico; nascondersi dietro una pregiudiziale pretestuosa, considerato anche l’appello che numerosi ed eminenti costituzionalisti hanno rivolto al Consiglio confermando la legittimità a legiferare sul tema, significa tradire le tante persone che aspettano una risposta per affrontare con dignità il passaggio finale della propria vita. Vogliamo sperare che a prevalere non siano gli ordini cinici di scuderia ma la coscienza di ciascuno dei consiglieri. In caso contrario avremo buttato via due mesi di lavoro in commissione".