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A destra il sindaco Giuseppe Sala vuole provare a sbrogliare la matassa legata allo stallo urbanistico in città
Il sindaco Giuseppe Sala per ora tace. È arrabbiato per l’intervento dell’assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi? Da Palazzo Marino non arrivano né conferme né smentite. Di sicuro, però, il discorso, al convegno del Pd sul Pgt, dell’ex dirigente comunale promosso in Giunta nel 2021 dal primo cittadino è suonato come una brusca svolta rispetto alla linea tenuta da Sala (e dallo stesso Tancredi) sull’urbanistica da quando la Procura, oltre un anno fa, ha aperto le indagini e sequestrato una quindicina di cantieri in città, segnalando che annunciate "ristrutturazioni" erano diventate "nuove costruzioni" grazie a una semplice Scia, la Segnalazione certificata di inizio attività.
Il primo cittadino, da allora ad oggi, ha sempre tenuto la barra dritta, ribadendo più volte che le regole adottate dall’amministrazione hanno garantito la rigenerazione urbana di intere aree della città e difendendo a spada tratta i dirigenti comunali che le hanno applicate nell’ultimo decennio. Non solo. Il numero uno di Palazzo Marino continua a insistere affinché il Senato, dopo la Camera, approvi il decreto Salva Milano, che garantendo un’interpretazione autentica delle norme applicate a Milano, e non solo, potrebbe far sbloccare la situazione di stallo nell’edilizia meneghina, che da mesi registra una fuga degli investitori vista l’incertezza sul futuro delle pratiche urbanistiche all’ombra della Madonnina.
In attesa di un commento di Sala, un’altra domanda sorge spontanea: che ne pensa il Pd dell’autocritica di Tancredi, illustrata proprio davanti alla platea democratica? Il capogruppo dem in Regione Pierfrancesco Majorino, aspirante candidato sindaco del centrosinistra per il dopo-Sala, si schiera con l’assessore: "Tancredi ha ragione. I costruttori devono prendere atto del fatto che c’è bisogno di una svolta nella politica urbanistica e della Casa perché i costi a carico delle persone sono diventati insostenibili. Il fatto che l’assessore si sia soffermato su qualche errore del passato significa partire con il piede giusto per aprire una nuova stagione". Più prudente, nei confronti dei costruttori, la linea dettata dalla capogruppo del Pd in Comune Beatrice Uguccioni: "Negli ultimi 15 anni Milano ha fatto un salto epocale, affermandosi tra le grandi città internazionali. Ora ci sono nuove esigenze e poiché Milano è una città in continua evoluzione, le politiche dell’abitare, ma non solo, devono stare al passo con i cambiamenti ed è su questo che occorre lavorare anche con il nuovo Pgt: aumentiamo l’attenzione alle fasce sociali più in difficoltà e potenziamo i servizi. È sempre giusto e intelligente fare autocritica per prendere spunto e ispirazione da ciò che si può migliorare, come dice Tancredi, ma diciamo basta a chi racconta una storia e una realtà diverse, come invece tentano di fare l’opposizione, alcune anime belle e gli eterni “signor no“ anche di maggioranza".
Uguccioni si riferisce ad alcuni commenti usciti ieri. Nel fronte della maggioranza di centrosinistra, il verde Carlo Monguzzi canta vittoria: "Su Palazzo Marino sventola bandiera bianca. Giunta e maggioranza ora riconoscono gli errori. Bene ma si scusino con tutti coloro che sono stati insultati, ritirino il Salva Milano e si faccia un Pgt serio, ma concreto e non solo a parole". Nel centrodestra, intanto, il consigliere di FdI Enrico Marcora commenta: "Un mare di superficialità da parte dell’assessore Tancredi. Forse è meglio che cambi mestiere. Spetta a lui impostare le scelte urbanistiche per la città, far rispettare le regole e le scelte urbanistiche e controllare che i titoli urbanistici siano appropriati. Se non lo ha fatto, si assuma le sue responsabilità". Il consigliere di FI Alessandro De Chirico è ancora più duro: "Tancredi scarica le sue responsabilità sugli operatori. Si dimetta". Sul fronte sindacale, il segretario di Uil Lombardia Enrico Vizza nota: "L’autocritica di Tancredi conferma la mancata visione di un’edilizia sociale che ha escluso lavoratori e famiglie dalla quella città un tempo inclusiva e oggi esclusiva".