di Giambattista Anastasio
Matteo Salvini tira dritto: "Chi sceglie di uscire da un movimento è libero di farlo". Così il segretario della Lega chiude all’eventualità di una riconciliazione con i tre consiglieri regionali lombardi espulsi venerdì, poche ore dopo aver annunciato il loro addio al gruppo del Carroccio per creare, nello stesso Consiglio regionale, il gruppo di Comitato Nord.
Salvini lascia cadere nel vuoto l’appello rivoltogli da colui al quale si ispira Comitato Nord: Umberto Bossi. Proprio il Senatur aveva chiesto al segretario di "annullare il provvedimento disciplinare nei confronti dei tre consiglieri perché la Lega ha bisogno di unità". Parole condivise con gli altri due esponenti dell’associazione nordista – Angelo Ciocca e Paolo Grimoldi –, convinta che la strada da seguire sia quella della battaglia interna, anche per tener dentro tutto l’elettorato leghista possibile. "Negli ultimi giorni – ha sottolineato non a caso Bossi – abbiamo recuperato molte persone che si erano allontanate dalla Lega". "Comitato Nord è nato per fermare la dispersione di militanti – hanno fatto sapere Ciocca e Grimoldi –. Noi siamo della Lega, punto". La verità, però, è anche un’altra: nessuno si aspettava espulsioni lampo. Il segnale di Salvini sembra essere arrivato. Per il leader le espulsioni di Antonello Formenti, Roberto Mura e Federico Lena "non sono assolutamente un brutto segnale". Sottotesto: meglio che i dissidenti stiano fuori anziché dentro. I tre ieri hanno precisato di voler stare dentro il perimetro del Carroccio. "In Consiglio regionale sosterremo i provvedimenti di Bilancio e alle Regionali continueremo ad appoggiare Fontana. Non nasciamo in alternativa alla Lega".
Il partito resta in una fase delicata dal punto di vista del consenso. Nelle ultime settimane province di peso come Bergamo e Brescia hanno voltato le spalle a Salvini scegliendo, ai congressi, i candidati alternativi a quelli del segretario. Altra prova è la rinnovata spinta verso la creazione di liste civiche che possano compensare l’emorragia di voti. Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli, ha annunciato la sua alle prossime Regionali. Una strategia per coinvolgere quei cittadini "che non si riconoscono nei partiti nazionali del centrodestra" ma che "apprezzano la nostra azione amministrativa". "Non è un’operazione per recuperare consenso ma per allargarlo" aggiunge Fedriga, sottolineando come altri governatori, leghisti o di centrodestra, abbiano fatto lo stesso: Luca Zaia in Veneto, Giovanni Toti in Liguria e Fontana, pronto a ripresentare la lista “Lombardia Ideale“, come 5 anni fa.