
La lunga giornata del sindaco Giuseppe Sala
Si preannunciava come una mattinata tranquilla, un confronto a tutto campo con gli studenti del liceo classico Parini. Invece no, la giornata del sindaco Giuseppe Sala è partita subito in salita, con la notizia degli arresti domiciliari dell’ex dirigente comunale dell’urbanistica Giovanni Oggioni. Le accuse indicate dal Gip? Corruzione, falso e depistaggio. Una brutta tegola per il primo cittadino, che negli ultimi mesi continuava a ripetere che le inchieste sull’urbanistica meneghina riguardavano l’interpretazione delle regole, non il passaggio di denaro ai dirigenti comunali. Un tabù infranto.
Sala, intanto, interpellato dai cronisti al Parini, prende tempo: "L’arresto di Oggioni? Non so nulla, non conosco i fatti imputati. Appena capisco qualcosa, mi esprimerò. Preoccupato? Vivo preoccupato". Una domanda, intanto, sorge spontanea: che fine farà, a questo punto, il decreto Salva Milano? Il sindaco non giunge a conclusioni affrettate: "Dipende da quando è stato commesso – se è stato commesso – il fatto e a cosa va attribuito. Sono preoccupato, ma devo capire. Non sono mai situazioni piacevoli da gestire, cercheremo di capire. Il Salva Milano favorisce i privati? Non lo so. Per me il Salva Milano deve passare per una serie di motivi. Non posso commentare cose che non conosco".
Non è finita. L’indagine sembra mostrare un conflitto di interessi tra l’ex dirigente comunale e gli obiettivi di Assimpredil, l’associazione degli imprenditori edili milanesi. "Questo è da capire – replica cauto il numero uno di Palazzo Marino –. È chiaro che io difendo sempre l’amministrazione, il Comune, la squadra. Ma che se uno ha sbagliato, che paghi anche duramente. Sia chiaro. Ci rimettiamo a quello che la Procura e il sistema giudiziario stanno facendo". Già, parole che mostrano le loro estreme conseguenze qualche ora dopo.
Sì, perché quando dalle intercettazioni emerge che Oggioni e Cerri hanno contribuito a scrivere il decreto Salva Milano, sollecitati da alcuni politici a fornire consigli sul testo, da Palazzo Marino esce una nota che prima annuncia che "l’amministrazione comunale considera di costituirsi parte civile" e, nell’ultima frase, archivia per sempre il decreto Salva Milano: "Gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa inducono questa amministrazione a non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta Salva Milano".
Tra i primi a commentare c’è il consigliere comunale dei Verdi Carlo Monguzzi, da sempre contrario al decreto: "Il Salva Milano non c’è più. Bene. Era quello che avevamo chiesto. È una vittoria degli ambientalisti, dei comitati e dei cittadini. Ora il sindaco, che così tenacemente aveva chiesto e sostenuto questo provvedimento, si scusi con la città e con chi come noi lo ha duramente contrastato. Errori come questo non si possono più fare".