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La madre accusa Alessia "Ci hai spezzato il cuore Potevi chiedere aiuto" La difesa: sfilata di orrori

In aula anche la sorella maggiore Viviana. "Non avevamo alcun sospetto". L’ex marito della 38enne: "Diana non piangeva, non ho sentito nulla".

La madre accusa Alessia "Ci hai spezzato il cuore Potevi chiedere aiuto" La difesa: sfilata di orrori

di Andrea Gianni

MILANO

Nega di aver mai abbandonato la nipote, Diana, una bambina che "era un’amore e di solito sentivo tre volte al giorno attraverso videochiamate". Maria Assandri riassume il suo dolore in poche frasi: "Dal 20 luglio dell’anno scorso ho il cuore diviso a metà. Ho perso una figlia e una nipote". Il drammatico faccia a faccia tra Alessia Pifferi e la madre nell’aula della Corte d’Assise di Milano, dove la 38enne è sotto processo per l’omicidio della piccola Diana, abbandonata per 6 giorni nella sua casa nel quartiere di Ponte Lambro. "Ho saputo nel 2020 che Alessia era rimasta incinta – ha riferito la donna in aula – e mi ha chiesto di non dirlo a nessuno, neanche a sua sorella. Non mi ha mai detto chi fosse il padre di Diana, nonostante le mie ripetute richieste di contattarlo". È scoppiata in lacrime ricordando il parto, avvenuto nella casa a Leffe dell’allora compagno, Angelo D’Ambrosio: "Alessia mi ha detto di aver chiamato la figlia Diana, come la principessa". La madre, che trascorreva 6 mesi all’anno a Crotone, in Calabria, ha spiegato di aver sempre aiutato, anche economicamente, la figlia, accogliendola nella sua casa a Ponte Lambro.

Nelle settimane che hanno preceduto la tragedia, la figlia "faceva videochiamate sempre più corte, diceva sempre di avere fretta". Ma la bambina, almeno all’apparenza, stava bene. È stata ascoltata anche Viviana Pifferi, la sorella maggiore di Alessia, che si è presentata in aula con una t-shirt con stampata la fotografia della piccola Diana.

"Avevamo un rapporto distaccato – ha spiegato – ma dopo la nascita di Diana ho cercato di fare pace, ci sentivamo spesso al telefono perché in quel periodo c’era il Covid. Anche se non si poteva uscire prendevo l’autobus e andavo a trovare la bambina. Era un esserino, un regalo alla famiglia, per me era come diventare mamma una seconda volta. Ero disponibile a curarla ma lei diceva che era in grado di farcela da sola". Viviana ha riferito di aver visto per l’ultima volta la piccola Diana alla fine di aprile dell’anno scorso, quasi tre mesi prima della morte, anche porché i rapporti con la sorella si erano nuovamente incrinati. "Dal 20 luglio la mia vita è rovinata – ha spiegato – provo un dispiacere pazzesco, la paura di non aver fatto abbastanza. Se solo avessimo anche solo sospettato saremmo corsi da lei". Francesco Miranda, l’ex marito 55enne di Alessia Pifferi, era rimasto a vivere anche dopo la separazione nel 2018 in via Parea, in un altro appartamento dello stabile, pagando un affitto alla madre di Alessia. Era a Milano nel giorni dell’agonia della piccola Diana, ma non si è accorto di nulla. "Diana non piangeva – ha spiegato in aula – se l’avessi sentita piangere o fare rumore avrei fatto di tutto per salvarla". Un testimone rimproverato più volte dal presidente della Corte d’Assise, Ilio Mannucci Pacini, per le sue reticenze e un atteggiamento "strafottente" davanti ai giudici. "Tutti hanno cercato di tutelare sé stessi più che Alessia – ha spiegato il difensore dell’imputata, l’avvocato Alessia Pontenani – c’è stata una sfilata degli orrori". Il medico legale Andrea Gentilomo ha chiarito le cause della morte di Diana, "disidratazione compatibile con la mancata assunzione di cibo e acqua". Sono state trovate inoltre tracce di benzodiazepine "sui capelli", un "quantitativo irrisorio e di difficilissima interpretazione" che potrebbe essere dovuto anche al contatto con qualcuno che aveva assunto farmaci in precedenza.