MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

La manifestazione dei 90mila. Sala ricorda il Papa "partigiano". Landini sferza il Governo Meloni

Il segretario della Cgil: "Diciamo con sobrietà che non accettiamo lezioni di democrazia". La partigiana Girardelli: "Quando sento la parola fascismo, tremo. Ora e sempre Resistenza".

Il segretario della Cgil: "Diciamo con sobrietà che non accettiamo lezioni di democrazia". La partigiana Girardelli: "Quando sento la parola fascismo, tremo. Ora e sempre Resistenza".

Il segretario della Cgil: "Diciamo con sobrietà che non accettiamo lezioni di democrazia". La partigiana Girardelli: "Quando sento la parola fascismo, tremo. Ora e sempre Resistenza".

Un paio di cartelli visti nel corteo della Festa della Liberazione recitano: "Sarò sobria quando Meloni sarà antifascista" e "Noi siamo sobri, è il Governo che è ubriaco". Come da previsioni della vigilia, l’invito lanciato dal ministro per la Protezione civile Nello Musumeci dopo la morte di Papa Francesco e in vista della Festa della Liberazione ("Tutte le cerimonie sono consentite, ma con sobrietà") è rispedito al mittente dai 90 mila manifestanti (la stima è dell’Anpi, per la Questura erano in 60 mila) scesi in piazza ieri pomeriggio da Porta Venezia a Piazza Duomo e anche dai relatori che hanno parlato dal palco sul sagrato, a partire dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini: "A noi di lezioni sulla democrazia non ce ne deve fare nessuno: deve essere molto chiaro. E se vogliono, glielo diciamo con la sobrietà necessaria: la democrazia e la libertà esistono in questo Paese grazie agli antifascisti che hanno dato la libertà".

Landini ricorda anche la morte di Papa Bergoglio con un aneddoto: "Quando abbiamo incontrato Papa Francesco come Cgil eravamo più di 5.000 persone, ricordo che ci ha invitato a dare voce a chi non ce l’ha: addirittura ci ha detto di fare rumore e di combattere sempre le disuguaglianze". Anche negli altri interventi ricorre il nome di Francesco. Il presidente milanese dell’Anpi Primo Minelli dedica le parole iniziali del suo discorso, il primo della serie prevista dal palco di Piazza Duomo, esprimendo "profonda tristezza per la morte del Papa", ma non manca di lanciare una stoccata contro la premier Giorgia Meloni: "Attaccare il Manifesto di Ventotene vuol dire mettere in discussione l’Unione europea. Dobbiamo scuoterci e indignarci per quanto sta accadendo". Minelli conclude con "un appello che parte da questa piazza: oggi più che mai è necessaria l’unità antifascista per arginare la destra aggressiva che fonda le sue radici nel passato peggiore". Intanto arriva il turno del sindaco Giuseppe Sala, il più fischiato e contestato dai giovani palestinesi presenti in Piazza Duomo. Il primo cittadino non si scompone e urla al microfono: "Vorrei ricordare a tutti, a chi ascolta con piacere e a chi non ha voglia di ascoltare, che questo Papa si è definito partigiano. Lo ha fatto nel luglio 2013 a Lampedusa, dove tre mesi prima erano morti 368 migranti, la strage più grande nella storia recente del Mediterraneo. Lì Papa Francesco pronunciò queste parole: “Credo che vivere voglia dire essere partigiani”".

Il sindaco, subito dopo, affonda il colpo contro la destra al Governo: "Sentiamo parlare di patrioti. Ma questi patrioti, di quale patria parlano? Le patrie della divisione, del “vengo prima io”, dell’incapacità di capire che il mondo è connesso e potrebbe prendere la via di una cooperazione generale. Piccole patrie contro il sogno di una grande comunità, quella dell’Europa, in cui essere partigiane e partigiani significa fare parte di una fratellanza e una sorellanza di persone libere e uguali. Oggi questi valori, che qui in Europa davamo per acquisiti sono sotto attacco". E ancora: "Assistiamo nelle democrazie europee a un’avanzata di falsi patriottismi, che guardano con favore alle autocrazie". Sala si schiera contro "l’indifferenza", citando Antonio Gramsci che la definiva "il peso morto della Storia" e parla dell’"oscenità" della dichiarazione "cedo due Mattarella per mezzo Putin": un attacco al vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. Tra i discorsi più applauditi c’è quello della partigiana Sandra Gilardelli, 100 anni il prossimo 1° luglio: "Ancora oggi quando sento la parola fascismo, tremo. Non vorrei più sentirla. Ora e sempre Resistenza".

Presenti al corteo anche i vertici del centrosinistra: la segretaria del Pd Elly Schlein e Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra. Schlein parla di "partecipazione straordinaria al corteo" e si pone l’obiettivo di "continuare ad attuare la nostra meravigliosa Costituzione e pensare a chi ancora oggi si vede negate troppe libertà dal punto di vista dei salari, della dignità, della sicurezza sul lavoro, della cura delle persone. La Costituzione è ancora il nostro faro e va attuata fino in fondo. Viva l’Italia antifascista".