di Monica Autunno
Il modello illustre è la "Pietà per Vittoria Colonna", bozzetto a carboncino su carta che Michelangelo Buonarroti realizzò nel 1540 per l’amica Vittoria Colonna, marchesa di Pescara e animatrice di vivaci circoli culturali romani, oggi custodito a Boston all’Isabella Stewart Gardner Museum. La gigantesca "copia", un metro e 70 d’altezza per un metro circa, si chiama "Travagli", ed è stata realizzata con la tecnica dell’affresco a secco su tavola dall’artista gorgonzolese Mario Grandi. Sarà collocata questa sera, dopo la Via Crucis, sull’altare del Mausoleo dei Serbelloni accanto alla chiesa dei santi Protaso e Gervaso, agli ultimi passi di un imponente restauro. Un dipinto chiesto dal parroco don Paolo Zago, un prezioso dono dell’artista alla comunità. Grandi vi ha lavorato per mesi, dopo un lungo lavoro preliminare di ricerca. "Travagli" ha visto la luce nello studio del pittore, sull’alzaia Martesana. "Quello cui mi sono ispirato - dice - è un disegno straordinario. Una delle molte Pietà di Michelangelo ma suggestiva, diversa". Nell’immagine il Cristo morto è accasciato e due giovanetti sostengono le braccia allargate di Gesù. "È una struttura differente da quella “canonica” della Pietà, in cui la Madonna tiene il figlio sdraiato in grembo. Una Deposizione che prelude alla risurrezione, ma in qualche modo un Natale. C’è l’idea del paro, della nascita o rinascita". Originale la cornice che impreziosisce la pala. La fotografia "storica" è a cura dello storico Marco Cavenago. E parte proprio dal 1776, "anno in cui - spiega - l’architetto Simone Cantoni costruì per il duca Gian Galeazzo la cappella funeraria in oggetto, destinata a ospitare le sepolture della famiglia Serbelloni Busca.
Tutte le pitture e le sculture che decorano il Mausoleo Serbelloni sviluppano il tema cristiano della morte e della fede nella resurrezione: il teschio e le urne cinerarie, Ezechiele che assiste alla resurrezione delle ossa, i quattro episodi biblici sulle pareti". Sull’altare su cui ora svetta "Travagli" "era in origine dipinta una Deposizione dalla croce poi perduta, che a metà Ottocento fu sostituita da un quadro seicentesco raffigurante San Rocco. Al suo posto era poi stata collocata una copia". Sul bozzetto per Vittoria Colonna. "Con questo disegno - così Cavenago - Michelangelo era tornato a riflettere su un tema a lui molto caro". Su "Travagli": "Un’opera realizzata con grande sensibilità, a completare il mausoleo rinnovato".