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Giulia Simeone, responsabile di sede Lo shopping in rete
Uno strepitoso abito di seta, un capo vintage a mille colori o di candida linea vittoriana, tessuti di lino e seta, foulard e sciarpe. Qua e là grandi marche, da Gucci a Chanel a Moschino. Cappelli di Borsalino e completi di Armani e Boggi. A buon prezzo, modelli unici, in attesa di una “seconda vita“: un capo Preloved. L’usato di qualità e di lusso è la nuova frontiera dell’attività di Mani Tese Gorgonzola onlus, ammiraglia di zona nella diffusione del riuso, promotrice di un gettonatissimo mercatino.
La grande e nuovissima sfida, quella al mercato dell’e-commerce, parte attraverso la piattaforma online dell’associazione e una sezione dedicata sul popolare portale Depop.
Gorgonzola avanza da pioniera: "Vestire usato e sostenibile non è cosa da poveri. Vi sono capi straordinari, da portar fuori dal circuito del mercatino, che hanno bisogno solo di una nuova opportunità: e di menti aperte ai concetti di sostenibilità, riuso, riduzione dei consumi, rispetto del lavoro e della dignità umana".
Giulia Simeone è da qualche anno la responsabile della sede territoriale gorgonzolese, in via Lazzaretto. Due aperture settimanali (giovedì e sabato mattina), una clientela storica, un gruppo solido di volontari. Un grande bazar: mobili e libri, elementi d’arredo, giocattoli.
Per l’abbigliamento una sezione a parte. Entrarvi è come intrufolarsi dietro le quinte di un teatro. Romantici abiti da sposa o da sera di tessuto pregiato, "donati da privati, in qualche caso da compagnie teatrali"; fra sostegni e specchiere, decine e decine di capi da donna e da uomo, abiti e cappelli, completi e scarpe, borsette e sciarpe. Tutti con una storia. Firme di sartoria, ma anche capi di poche stagioni, già condannati al macero dalle logica forsennata del “fast fashion“.
L’e-commerce un canale per proporre il “preloved“ a una clientela giovane, di buon gusto, tecnologica e consapevole.
Con Giulia l’esperta Giada Massone; entrambe sono state relatrici (con Stella Mecozzi presidente della cooperativa, Valentina Ciulli di Mani Tese Veneto e Erminia D’Itria, ricercatrice al Polimi sui temi del fashion sostenibile) di un webinair promosso in occasione della Fashion Revolution Week.
Per curiosi e amanti dello shopping, un clic: https:mercatosolidale.manitese.it o www.depop.commercato_manitese.
"Stiamo agganciando altre piattaforme e operiamo da pochi mesi – così la Massone – : ma abbiamo già venduto molto, collezionato una quarantina di recensioni positive e messo insieme oltre 1.300 follower".
Il capo di riuso "per costruirsi uno stile. La moda non è da “subire“". Ma anche una precisa scelta etica, già filone parallelo di prestigiosi brend mondiali. Così Carry Somers, la fondatrice britannica di Fashion Revolution. "L’acquisto è l’ultimo click di un viaggio che coinvolge migliaia di persone: la forza lavoro invisibile dietro ai vestiti che indossiamo. Che talvolta soffre o muore". Come fu il 24 aprile del 2013, quando il crollo di Rana Plaza, un enorme tessutificio nei pressi di Dacca, costò la vita a 1.129 persone al lavoro.