La mattina piazza Angilberto sembra un’area silenziosa e tranquilla. Uno slargo a forma di rombo, al Corvetto, tagliato a metà da una strada: da un lato due tavoli da ping pong, dall’altro un enorme murales sulla facciata di un edificio, un po’ ovunque aiuole e panchine. Riqualificata fra 2018 e 2022,
è stata la prima “Piazza aperta” liberata dai parcheggi e ripensata come spazio di aggregazione. "È migliorata nella forma, peggiorata nella sostanza - racconta Franco Ladavas, che vive qui sopra - È comoda e carina, ma mal frequentata". Dai cespugli spuntano infatti avanzi di cibo e rifiuti, testimonianza di come viene vissuta di pomeriggio e di notte, da nordafricani, sudamericani e molti ragazzi italiani. "Troppe panchine favoriscono il bivacco, questa zona è sempre più un ghetto", chiosa Attilio Negri, che abita vicino. "Fanno i bisogni nel parchetto, si prendono a bottigliate, mettono la musica alta e la notte non si riesce a dormire - racconta un altro residente, che chiede l’anonimato - E d’estate diventa un dormitorio a cielo aperto". Insomma, i due volti della prima Piazza aperta della città.
Thomas Fox