GIULIO MOLA
Cronaca

La partita tra giornalisti e detenuti. Così le abbiamo prese dal Real Monza. Ma su quel campo abbiamo vinto tutti

I cronisti del Giorno e TeleLombardia alla Casa circondariale brianzola: è finita 8 a 1 (per loro)

I cronisti del Giorno e TeleLombardia alla Casa circondariale brianzola: è finita 8 a 1 (per loro)

I cronisti del Giorno e TeleLombardia alla Casa circondariale brianzola: è finita 8 a 1 (per loro)

Casa Circondariale di Monza, appuntamento alle 8.30 del mattino in un sabato di inizio primavera. Nel piazzale illuminato da un pallido sole si ritrovano per una partita di calcio i cronisti de Il Giorno con alcuni colleghi di TeleLombardia più il “mister” Orfeo Zanforlin. Non una sfida qualsiasi, ma una partita con un significato speciale: gli avversari sono i detenuti del carcere brianzolo. Non è la prima volta che accade, grazie anche all’aiuto e all’organizzazione dei volontari del Csi di Milano, che mettono a disposizione tempo e risorse per i più fragili.

Si va tutti in fila verso il campo da calcio in erba, con buche rattoppate qua e là dalla generosità degli Alpini che in poche ore rendono il terreno di gioco praticabile. Ci si cambia accanto alle panchine, non ci sono spogliatoi, né docce. Ma entrare sul rettangolo verde dove ci si sfida otto contro otto con scarpette e tacchetti consumati è un’emozione piacevole. Nell’altra metà del campo arrivano i calciatori con la maglia gialla. Sono quindici ragazzi nati dopo il 2000, molti sono stranieri, tutti hanno un passato complicato. Uno di loro pochi giorni prima aveva tentato un gesto estremo facendo preoccupare tutti. La squadra si chiama Real Monza: giocano bene i giovanotti, corrono e si passano la palla. La brezza frizzante di prima mattina che soffia su quei volti felici coinvolge anche la squadra dei giornalisti. Dribbling e assist, tiri in porta e parate. Qualche stop non proprio perfetto, alcuni lanci fuori misura ma i piedi educati ci sono. Quanto basta per riempire di emozioni per un’ora il campo dove i partecipanti sono sullo stesso piano in un contesto che tutti sanno essere molto duro, fra sofferenza e solitudine, angoscia e paura. Ma lì siamo sono per svagarci inseguendo il pallone che rotola.

Pochi giri di lancette e il gol di Sif “spacca” la partita. Che in realtà non è mai in discussione, Nel giro di pochi minuti Dennis Mosquera detto “Colombia“ realizza una bella doppietta, quindi arriva il 4-0 di Ryan. Al giro di boa i cronisti hanno il fiatone, gli altri scalpitano come se dovessero ancora iniziare. Capitan Koulibaly delizia tutti con movenze, grandi giocate e un gol fantastico. Ma all’ultimo minuto arriva il gol della bandiera dei cronisti, grazie alla punizione di Fabrizio Lucidi, capo della cronaca di Milano. Applausi. Il tabellino dice 8-1 finale ma in realtà hanno vinto tutti. Noi giornalisti, perchè certe esperienze vanno vissute, sul campo (anche da calcio). Ma ha vinto soprattutto il Real Monza, che si è goduto come ogni sabato quelle due ore di divertimento e libertà. Lo scorso anno hanno partecipato anche al campionato primaverile 7, ora devono accontentarsi delle amichevoli e degli allenamenti sotto lo sguardo vigile e rassicurante di Giovanni, Stefano, Paolo, Alfredo e soprattutto Lucia, alcuni degli angeli custodi che li seguono con passione e affetto. Allenatori, preparatori, educatori. Soprattutto amici.

In quei momenti di ordinaria quotidianeità emergono la semplicità e le emozioni grazie a quel pallone che per magìa unisce tutti. Badr, 25 anni, sfoggia tatuaggi e sorrisi. La sua è una storia drammatica, di errori e solitudine. "Quando uscirò di qui sogno di fare il personal trainer - ci racconta -. Non ho famiglia, arrivai in Italia che ero minorenne passandro dal Marocco, poi Spagna e Francia. Quindi l’Italia". La Spezia, Marassi, Sanremo, Le Vallette a Torino, Cuneo, Bergamo, Opera, Vercelli, Biella, Novara. Sembra una cartina geografica, sono le tappe di un percorso durissimo cominciato sette anni fa, quando è diventato maggiorenne. "Perché mi spostavano? Diciamo che ero una “testa calda“, ma non è solo colpa mia. Ho pagato tutto “a rate“, nel 2018 dovevo scontare tre anni e invece mi sono ritrovato anche condanne arretrate di reati precedenti. Ma qui a Monza la direttrice Buccoliero ci aiuta, ha dato tante possibilità alle persone". Perché oltre quelle sbarre, c’è comunque vita.