
È stato quasi del tutto risanato il bilancio della Fondazione La Pelucca, che aveva i conti in rosso dopo anni di positività anche a causa della tardiva contrattualizzazione da parte della Regione della residenza sanitaria per disabili, rimasta quindi sulle spalle della onlus. L’esercizio 2019 ha chiuso riportando una perdita di appena 6.367 euro. "Praticamente la perdita è stata quasi riassorbita rispetto al bilancio ereditato, che vedeva un negativo di quasi 200mila euro", ha commentato il sindaco Roberto Di Stefano durante l’illustrazione del bilancio consolidato dell’ente. Un bilancio in deciso miglioramento: il 2018 aveva visto, infatti, un bilancio in negativo di 193.358 euro.
"Questo delta parla da solo – sottolinea Di Stefano – Il buon lavoro del CdA è davanti gli occhi di tutti". Un lavoro certosino, com’era stato annunciato dal presidente Giuseppe Nicosia all’epoca della sua nomina. Una revisione di ogni appalto, di ogni contratto, per andare a ridurre le spese, ma soprattutto l’accreditamento della residenza per disabili che ha sgravato la Pelucca dei costi di gestione non coperti dalle rette degli iniziali sette utenti. Appena insediato, il nuovo Consiglio di amministrazione guidato da Nicosia, dottore commercialista di professione, aveva dato mandato allo Studio Pessina Oggioni & Partners di redigere una due diligence, per analizzare i punti di debolezza del bilancio della onlus, che gestisce casa di riposo, centro diurno in via Boccaccio, nucleo di Alzheimer Caffè, servizi a domicilio, mini-appartamenti per anziani e utenza fragile.
La relazione aveva messo in luce la continua riduzione del fatturato, la rigidità della struttura, il precario equilibrio economico-finanziario, "con una limitata capacità di far fronte agli impegni a breve scadenza e una crescente esposizione all’indebitamento". La stessa Fondazione aveva infatti certificato "forti difficoltà finanziarie a causa delle tempistiche di incasso delle fatture emesse al Comune, costringendola nel 2018 ad accendere due mutui per 600mila euro" per pagare dipendenti, Erario e fornitori. Le passività correnti avevano un’incidenza del 41% e sono per lo più debiti verso banche e fornitori. Ulteriore criticità, la redditività. Dal 2016 la Fondazione era tornata a registrare risultati di esercizio decisamente negativi, dopo anni di conti a gonfie vele. Tra le azioni avviate dal nuovo CdA la rinegoziazione dei finanziamenti, degli appalti e la stipula di accordi con i fornitori di accordi.
La.La.