La petizione di medici e vip: "Social vietati fino ai 16 anni per il bene dei nostri ragazzi"

Quasi 50mila firme raccolte. Mercoledì la discussione in Senato

La petizione di medici e vip: "Social vietati fino ai 16 anni per il bene dei nostri ragazzi"

Daniele Novara, pedagogista e direttore del Centro psicopedagogico

"Stop smartphone e social sotto i 16 e 14 anni: ogni tecnologia ha il suo giusto tempo": la petizione lanciata da Daniele Novara, pedagogista e direttore del Centro psicopedagogico per l’educazione e la gestione dei conflitti di Milano e da Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, ha superato le 47.300 firme. E si prepara ad essere discussa in Senato mercoledì: interverranno anche diversi parlamentari firmatari di proposte di legge sul tema, trasversale alle forze politiche.

"Il nostro appello sta raggiungendo risultati straordinari – sottolinea Daniele Novara –. Iniziare a interloquire in modo concreto con le istituzioni è un passo fondamentale per dare avvio a un percorso reale e concreto che possa liberare i nostri ragazzi e le nostre ragazze e sostenerli davvero in una crescita sana e che possa valorizzare davvero tutte le loro inclinazioni, i loro desideri e le loro attitudini".

La richiesta al Governo italiano è quella di "impegnarsi per far sì che nessuno dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze possa possedere uno smartphone personale prima dei 14 anni e che non si possa avere un profilo sui social media prima dei 16". Tra i firmatari, oltre a psicologi, pedagogisti, medici e filosofi, anche “Unita“, l’Unione nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo e tantissimi personaggi della cultura e dello spettacolo, dall’attore Stefano Accorsi all’attrice e regista Sonia Bergamasco, da Paola Cortellesi e Pierfrancesco Favino, Valeria Golino, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher e Luca Zingaretti.

"È ormai chiaro che prima dei 14 anni avere uno smartphone personale possa essere molto dannoso così come aprire, prima dei 16 anni, un proprio profilo personale sui social media – si legge nell’appello –. I fatti lo dimostrano: nelle scuole dove lo smartphone non è ammesso, gli studenti socializzano e apprendono meglio. Prima dei 14-15 anni, il cervello emotivo dei minori è molto vulnerabile all’ingaggio dopaminergico dei social media e dei videogiochi".

Nel testo della petizione viene chiarito che "non è una presa di posizione anti-tecnologica ma l’accoglimento di ciò che le neuroscienze hanno dimostrato: ci sono aree del cervello, fondamentali per l’apprendimento cognitivo, che non si sviluppano pienamente se il minore porta nel digitale attività ed esperienze che dovrebbe vivere nel mondo reale".

Si uniscono all’appello anche ricercatori di Scienze visive. A Milano è in corso un nuovo screening sulla popolazione scolastica e il progetto “Ci vediamo a scuola“. "Due alunni milanesi su tre hanno difetti visivi, spesso non corretti, che possono incidere sull’apprendimento", spiega Idor de Simone, ricercatore di Scienze visive e ottico optometrista, che coordina il progetto promosso dagli Istituti clinici Maugeri in tandem con l’Ufficio scolastico territoriale di Milano. "A monte di questo problema ce n’è un altro: un uso eccessivo di smartphone e schermi, come è stato appurato anche da studi neuro-scientifici internazionali. Le nuove generazioni utilizzano in media quattro diversi dispositivi digitali, spesso simultaneamente, per un tempo che supera le otto ore al giorno negli adulti e raggiunge 14 ore al giorno tra i 16 e i 24 anni". Dopo i risultati su 3.074 studenti delle scuole primarie e medie è stato stilato un nuovo accordo per proseguire lo screening gratuito allargando il campione e le classi coinvolte nella Rete delle scuole che promuovono la salute (oggi 165). "L’obiettivo è presentare presto i risultati anche al Ministero dell’Istruzione e del Merito per progetti su larga scala che coinvolgano anche i docenti".Si.Ba.