Il tallone d’Achille del trasporto ferroviario lombardo continuano ad essere le performance offerte ai pendolari. Il mese di settembre 2024, da questo punto di vista, è stato il classico mese nero: ben 24 linee su 41 non hanno rispettato gli standard minimi di affidabilità e puntualità del servizio, sebbene una delibera della Giunta regionale abbia allentato i parametri oltre ai quali scatta il diritto del pendolare ad essere indennizzato per ritardi e disagi. Gli ultimi dati disponibili sono, ora, quelli di ottobre 2024, mese nel quale le performance rese da Trenord sono state migliori rispetto al precedente: con le nuove modalità di calcolo, le linee che hanno sforato i parametri di affidabilità e puntualità sono state solo sei. Che occorra un miglioramento è sotto gli occhi e nella consapevolezza di tutti. Ma che questo possa concretizzarsi nel 2025 non è affatto detto, anzi. Nell’anno appena iniziato la rete ferroviaria lombarda sarà interessata da numerosi cantieri che, giocoforza, impatteranno sulle corse e sulle linee di Trenord. Vale la pena, però, sottolineare un aspetto emerso di recente e relativo, in particolare, alle soppressioni delle corse: queste sono da imputare a Trenord nell’80% dei casi. Quanto ai ritardi, invece, non è possibile avere una ripartizione altrettanto precisa delle responsabilità ma anche in questo caso sono state individuate cause ascrivibili soprattutto a chi gestisce i treni. Questo, come già riportato, è quanto è emerso dalla risposta inviata a dicembre dall’assessorato regionale ai Trasporti a Simone Negri e Emilio Del Bono, consiglieri lombardi del Pd, che a hanno depositato un’interrogazione con la quale chiedevano di capire a chi debbano essere attribuiti i disservizi patiti dai pendolari, se a Rete Ferroviaria Italiana (RFI), la società che gestisce i binari e gli impianti, o se a Trenord. Quanto alle soppressioni, la risposta dei numeri è chiara. Il periodo preso in considerazione nell’interrogazione e nella risposta dell’assessorato va dal 2019 a settembre del 2024. "Le soppressioni nel 2019 – si leggeva nel documento – sono state 13.823, di cui 10.393 per responsabilità dell’impresa ferroviaria Trenord (il 75%) e 2.776 per responsabilità dei gestori delle infrastrutture (il 20%), di cui 2.291 su rete RFI e 485 su rete Ferrovienord. Nel 2020 sono state 10.637, di cui 7.956 per responsabilità di Trenord (il 75%) e 1.803 per responsabilità dei gestori delle infrastrutture (il 17%), di cui 1.597 su rete RFI e 206 su rete Ferrovienord. Nel 2021 sono state 13.022, di cui 10.496 per responsabilità di Trenord (l’81%) e 2.262 per responsabilità dei gestori delle infrastrutture (il 17%), di cui 1.850 su rete RFI e 412 su rete Ferrovienord. Nel 2022 le soppressioni sono state 17.711, di cui 15.090 per responsabilità di Trenord (l’85%) e 2.159 per responsabilità dei gestori delle infrastrutture (il 12%), di cui 1.864 su rete RFI e 295 su rete Ferrovienord. Nel 2023 sono state 17.106, di cui 14.073 per responsabilità di Trenord (l’82%) e 2.951 per responsabilità dei gestori delle infrastrutture (il 17%), di cui 2.600 su rete RFI e 351 su rete Ferrovienord. Nel 2024, dal mese di gennaio a settembre, sono state 12.010, di cui 9.301 per responsabilità dell’impresa ferroviaria Trenord (il 77%) e 2.576 per responsabilità dei gestori delle infrastrutture (il 21%), di cui 2.319 su rete RFI e 257 su rete Ferrovienord".
CronacaLa piaga delle corse soppresse. Colpa di Trenord nel 77% dei casi