di Marianna Vazzana
Evasioni, rivolte, sequestri di droga e cellulari hanno portato il carcere minorile Beccaria sulle pagine di cronaca più volte negli ultimi mesi. Un’escalation che tiene alta la tensione e gli occhi sempre puntati sull’istituto penale di via Calchi Taeggi, travolto pure dall’inchiesta della Procura di Milano su presunti maltrattamenti e torture nella struttura, sfociata, lo scorso 22 aprile, nell’arresto di 13 agenti di polizia penitenziaria e alle sospensioni di otto loro colleghi.
"Ma se il clamore mediatico si accende a intermittenza, con l’urgenza della notizia – segnala Cesare Bottiroli, segretario della Fp Cgil Milano – , la quotidianità sommersa del carcere minorile è consumata da situazioni ed episodi gravissimi che rappresentano la vera minaccia alla sicurezza sociale". Tra le situazioni evidenziate, lanci di telefonini e di droga dall’esterno verso l’interno del carcere. In questo contesto, "le lavoratrici e i lavoratori, siano della polizia penitenziaria o delle professionalità civili, come le educatrici e gli educatori, lamentano da tempo condizioni di lavoro intollerabili. Oltre alla cronica carenza di personale, tante volte segnalata e ancora senza rimedio, dobbiamo evidenziare pesanti carenze strutturali che mettono ancora più a repentaglio la loro incolumità e quella dei detenuti". Così in una nota la Funzione Pubblica Cgil di Milano chiede azioni mirate e urgenti, perché "non esiste a Milano un luogo meno sicuro del carcere minorile".
Una risposta, intanto, c’è: "Dall’8 luglio prossimo, 123 nuovi agenti, 53 donne e 70 uomini, prenderanno servizio negli Istituti per minorenni italiani, a seguito della conclusione del 183° corso Allievi Polizia Penitenziaria. Venticinque saranno destinati a Milano". Lo ha comunicato ieri il sottosegretario alla Giustizia, senatore Andrea Ostellari. "Il nuovo contingente rappresenta un’ulteriore risposta alle richieste di personale da parte di un settore del sistema Giustizia che per molti anni è stato abbandonato a se stesso", ha aggiunto.
Una buona notizia per l’istituto-polveriera, che era stato teatro di rivolta lo scorso 29 maggio e prima ancora il 6. Poi ci sono stati dei cambiamenti, come "la diminuzione del numero di ristretti, passati da 92 a 49" e senza più maggiorenni, esclusi i neo diciottenni, avevano fatto sapere alcuni rappresentanti sindacali della polizia penitenziaria, evidenziando già nelle scorse settimane i danni causati alla struttura durante le rivolte, non riparati. A quanto pare, la situazione è ancora la stessa: "Ci giungono segnalazioni di sezioni quasi completamente distrutte, con blindi sradicati e penzolanti e porte che, per qualche tempo, sono state sostituite da tendine – evidenzia Bottiroli –. In questo quadro di degrado e sfascio continuano gli episodi di aggressione ai poliziotti penitenziari: nei giorni scorsi, durante consuete operazioni di controllo, sono stati ritrovati un telefono e sostanza stupefacente. Subito dopo alcuni detenuti hanno aggredito uno degli agenti, costretto alle cure ospedaliere. Sono anche sempre più frequenti i lanci di telefonini e di droga dall’esterno verso l’interno del carcere ed è molto difficile per i pochi agenti intercettarli, anche per le falle strutturali che consentono, con relativa facilità, azioni simili".
"Nonostante ciò, aggiunge il segretario della Fp Cgil Milano – è encomiabile l’attaccamento al dovere degli uomini e delle donne della polizia penitenziaria e delle operatrici e operatori civili che continuano a lavorare in condizioni difficilissime e ad alto rischio".