Marianna Vazzana
Cronaca

Il carcere Beccaria senza pace, sequestrati droga e telefoni in cella. E spuntano altre 20 vittime di tortura

Controlli della polizia penitenziaria e diminuzione dei reclusi. Don Rigoldi: "Ora attività contro i tempi morti". Nuovi casi dopo il blitz di aprile che ha portato all’arresto di 13 agenti e alla sospensione di 8 colleghi .

La polveriera Beccaria senza pace. Sequestrati droga e telefoni in cella. E spuntano altre 20 vittime di tortura

La polveriera Beccaria senza pace. Sequestrati droga e telefoni in cella. E spuntano altre 20 vittime di tortura

Dosi di droga e un cellulare con caricabatteria trovati e sequestrati negli ultimi due giorni dalla polizia penitenziaria al carcere minorile Beccaria riaccendono i riflettori sull’istituto-polveriera, teatro di rivolta lo scorso 29 maggio e prima ancora il 6. "Una situazione che deve continuare a essere monitorata – commenta don Gino Rigoldi, lo storico cappellano, di 84 anni – anche se ora è molto più gestibile: i ragazzi reclusi sono diminuiti e i controlli sono costanti. Piuttosto, stiamo pensando all’estate: con la fine dell’attività didattica è necessario trovare attività che limitino i tempi morti. Metteremo in campo attività formative e culturali".

Sono i sindacati di polizia penitenziaria a comunicare che ieri è stato ritrovato un cellulare con caricabatteria in un reparto detentivo (in barba ai divieti) e "un sostanzioso quantitativo di droga di tipo hashish".

Il giorno prima, gli agenti avevano scovato nel terreno di gioco destinato allo svago dei reclusi altre dosi, per l’esattezza 8,80 grammi di hashish. Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sindacato autonomo polizia penitenziaria, ieri in visita alla struttura, chiede di prolungare "la presenza degli agenti in più, supporto che terminerà il prossimo 15 luglio". Un toccasana anche "la diminuzione del numero di ristretti, passati da 92 a 49" e senza più maggiorenni, esclusi i neo diciottenni. Ieri ha visitato anche il nuovo padiglione dove sono ancora visibili i danni dell’ultima rivolta (partita dopo un controllo anti droga): "alcune sezioni sono inagibili e in attesa dei lavori già programmati". Il segretario generale Sappe Donato Capece, poi, punta il dito sul "problema dell’introduzione di droga e telefoni in carcere, da tempo noto.

Per quanto riguarda i cellulari, ci preoccupa non solo il loro utilizzo per scopi illeciti ma anche il commercio". Per contrastare l’illegalità, gli ambienti vengono controllati ogni giorno dagli agenti. Domenico Pelliccia e Giuseppe Merola, rispettivamente segretario generale e segretario nazionale della Federazione sindacati autonomi Cnpp, esprimono "soddisfazione per il lavoro della polizia penitenziaria nonostante le difficoltà oggettive dettate anche dagli ultimi spiacevoli avvenimenti, con la speranza che tutto si possa definire quanto prima, nelle legittime prerogative investigative ed iter processuali".

Il riferimento è all’inchiesta della Procura di Milano su presunti maltrattamenti e torture nel carcere, che ha portato, lo scorso 22 aprile, all’arresto di 13 agenti di polizia penitenziaria e alle sospensioni di otto loro colleghi. Erano emersi otto casi. Ma adesso spuntano altre 20 presunte nuove vittime del cosiddetto "sistema Beccaria", altri detenuti che avrebbero subito in passato nel carcere minorile presunti pestaggi e torture da agenti. Nel nuovo filone di indagine, sempre coordinato dall’aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena e condotto dalla Squadra mobile e dalla Polizia penitenziaria, sono stati già ascoltati a verbale alcuni ragazzi e altri saranno sentiti entro la fine di questa settimana, per un totale di una decina. Nelle prossime settimane, poi, inquirenti e investigatori dovrebbero fare audizioni su altri dieci casi già individuati. Su questi nuovi casi gli inquirenti hanno messo in fila una serie di elementi, tra immagini delle telecamere, verbali di testimoni, denunce dei legali dei ragazzi che si sono fatti avanti dopo il blitz e referti medici. Alcune vicende trasparivano pure dai racconti degli altri ragazzi. Successivamente le indagini si concentreranno sulle presunte omissioni valutando le posizioni degli ex vertici del Beccaria (due ex direttrici sono indagate), del personale educativo e sanitario.