NICOLA PALMA; MARIANNA VAZZANA
Cronaca

La polveriera del Beccaria. Materasso a fuoco: evacuata un’intera ala. Arrivano 44 nuovi agenti

Ennesimo allarme in via dei Calchi Taeggi: incendio domato, ma celle del secondo piano inagibili. Terzo caso in due mesi. In servizio il contingente di 31 uomini e 13 donne per rinforzare l’organico.

La polveriera del Beccaria. Materasso a fuoco: evacuata un’intera ala. Arrivano 44 nuovi agenti

La polveriera del Beccaria. Materasso a fuoco: evacuata un’intera ala. Arrivano 44 nuovi agenti

di Nicola Palma e Marianna Vazzana

MILANO

Non c’è pace per il carcere Beccaria. Per la terza volta in due mesi, gli agenti della polizia penitenziaria sono stati costretti a fronteggiare l’ennesimo momento di tensione innescato da un incendio. Una tensione che non accenna a calare, anche se ieri sono entrate in servizio 33 nuove guardie carcerarie (altre 11 si aggiungeranno tra oggi e domani) inviate nella struttura di via dei Calchi Taeggi a rinforzare un organico cronicamente carente e per di più falcidiato a fine aprile dall’inchiesta della Procura che ha portato all’arresto di tredici agenti e alla sospensione di altri otto per i presunti casi di maltrattamenti e torture su alcuni detenuti dell’istituto di pena minorile.

Il caos è scoppiato attorno alle 22 di domenica, quando un recluso del secondo piano ha appiccato il fuoco con un accendino al materasso della cella e ad altri effetti personali. Le guardie hanno allertato il 112 e negli stessi minuti hanno iniziato a spegnere le fiamme, evacuando l’intera ala coinvolta. I vigili del fuoco, arrivati con tre mezzi di soccorso, hanno definitivamente domato il rogo e controllato i locali per evitare altri possibili focolai: la cella in cui si è sviluppato l’incendio è stata dichiarata inagibile, così come le altre vicine fino al ripristino delle condizioni di salubrità ambientale. Al Beccaria sono stati inviati pure i poliziotti delle Volanti e del Reparto mobile, anche se non c’è stato bisogno del loro intervento all’interno del carcere. Un agente penitenziario è stato accompagnato in codice verde al San Paolo, mentre due reclusi, seppur lievemente intossicati dal fumo sprigionato dalle fiamme, hanno rifiutato le cure mediche. "Ci aspettiamo nuove manifestazioni di protesta negli istituti per minori – il commento del segretario generale del Sindacato di polizia penitenziaria Aldo Di Giacomo –. È questo il secondo fronte esplosivo del sistema penitenziario. Lo Stato ha abbandonato anche gli istituti per minori in balìa dei rivoltosi". Intanto, al Beccaria entrerà in azione in queste ore il contingente promesso nelle scorse settimane: si tratta di 31 uomini e 13 donne.

Basteranno a placare un’emergenza che va avanti senza soluzione di continuità da più di sessanta giorni? Già, sessanta giorni esatti. Sì, perché nella notte tra il 5 e il 6 maggio era stato sempre l’incendio di un materasso a innescare una rivolta che aveva coinvolto una parte dei 67 detenuti spostati in uno spazio comune, che avevano danneggiato i vetri di finestre e porte di chiusura dei corridoi; in 13, poi, avevano aggredito verbalmente gli operatori sanitari di Areu, impedendo loro di operare in sicurezza, e si erano fermati solo alla vista dei poliziotti in assetto antisommossa mandati dalla Questura. Stessa scena ventitrè giorni dopo, nel pomeriggio del 29 maggio: una cinquantina di ragazzi, irritati da un precedente controllo antidroga e da una sanzione disciplinare a un recluso, erano usciti dalle salette comuni e dalle camere di pernottamento barricandosi dentro la struttura e impedendo l’accesso agli agenti di polizia penitenziaria. A quel punto, era scattata la richiesta di aiuto e in via dei Calchi Taeggi erano intervenuti diversi equipaggi della polizia, con decine di agenti in tenuta antisommossa; era stato pure circondato il perimetro esterno del penitenziario per monitorare la situazione in ogni angolo ed evitare evasioni, ma dopo tre ore la situazione era tornata alla normalità.