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Matematica a scuola, è la priorità. La prof: “Serve un piano per abbattere gli stereotipi. È un pensiero da allenare”

Lorella Carimali: non è solo colpa del Covid, ora una rivoluzione culturale. Ansia da programma e nozionismo da superare: è una materia creativa

Lorella Carimali: non è solo colpa del Covid, ora una rivoluzione culturale. Ansia da programma e nozionismo da superare: è una materia creativa.

Lorella Carimali: non è solo colpa del Covid, ora una rivoluzione culturale. Ansia da programma e nozionismo da superare: è una materia creativa.

Milano – "Dare la colpa di tutto al Covid è riduttivo. Ma se riflettiamo su quanto abbiamo fatto in quel periodo possiamo trovare piste per migliorare quello che non andava già prima". Lorella Carimali è docente di Matematica e Fisica al liceo Vittorio Veneto ed è stata nella top50 del Teacher Prize, il “Nobel” dei prof.

Dai dati Invalsi emerge un recupero degli apprendimenti, ma non si raggiungono i livelli pre-pandemia in Matematica. Cosa c’è a monte?

"Secondo me il fatto che in Matematica, ancor più che in altre discipline, si è esasperato il contenuto durante la pandemia. L’ansia da programma impedisce l’apprendimento della matematica già in una dimensione “normale“. Il fatto di considerarla come tecnica e non come pensiero e metodo per affrontare problemi ha esasperato le criticità dell’insegnamento".

E della questione di genere: le bambine hanno raggiunto risultati più bassi, con uno scarto del 4,7%. Perché?

"Il divario emerge già in seconda elementare: è indice del fatto che il problema è culturale e, quindi, dobbiamo risolverlo con strumenti culturali, a scuola e con azioni sulla società e sulle famiglie, vittime di stereotipi".

Come invertire la rotta?

"Agendo sugli adulti, cambiando la narrazione. La matematica non è per i più bravi, è importante quanto saper leggere, perché descrive mondi possibili. Su YouTube trovi chi spiega formule, invece bisogna raccontare la componente culturale della matematica, spiegarla come strumento per diventare cittadini migliori, per sapere scegliere, per risolvere problemi. La matematica è artistica e umanistica: facciamo emergere la parte creativa e il fatto che tutti possono allenare il pensiero matematico, come in palestra. Non ci sono i “portati“ e i “non portati“. Serve un piano sistemico, come ha fatto anni fa la Francia".

Oltre all’ansia da programmi si è aggiunta l’ansia da Invalsi: si comprano libri ad hoc, si simulano i test. Così ha senso?

"Bisogna riflettere sul concetto di valutazione in sé, che non è classificare, ma fa parte del processo di apprendimento e deve essere strumento per riassestare programmi, cogliere criticità e potenzialità, trovare soluzioni. Le prove Invalsi devono servire come ’driver’: i dati vanno letti e confrontati per trovare politiche, ragionare ed evitare di generare altri stereotipi, come quello di scuole di Serie A e B".

Tra licei, tecnici e professionali. Qualcosa sta cambiando?

"I risultati dei tecnici stanno migliorando, ed è una buona notizia. Ma se leggiamo bene i dati vediamo che si va anche meglio dei licei, tranne dello scientifico. Ancora una volta dietro c’è un gap di genere: i tecnici sono ancora molto al maschile come gli scientifici tecnologici; mentre in scienze umane e al linguistico abbiamo più ragazze".

Che quando scelgono materie Stem però, come Ingegneria, superano spesso i ragazzi.

"Perché si iscrivono le più determinate. Ma la matematica dovrebbe essere un ponte per tutte e tutti: va insegnata di più e meglio in tutti gli indirizzi, perché collega le aree umanistiche e scientifiche. L’anno prossimo partirà su larga scala un progetto, “SteamOrienta“ con l’ufficio scolastico e il liceo Vittorio Veneto capofila, per offrire un metodo, un approccio “matematico“ per imparare a conoscersi e a sapere scegliere al meglio, oltre gli steccati. La matematica è uno strumento potentissimo".Simona Ballatore