ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Bagni nei navigli? La prof del Politecnico avverte: “Troppi batteri, ma in Darsena ci si può pensare”

Per l’esperta resta la soluzione più percorribile, a condizione di un monitoraggio continuo e frequente dei livelli di inquinamento biologico delle acque per l’intera durata della stagione balneare

Arianna Azzellino docente di Valutazione d’impatto ambientale del Politecnico di Milano

Arianna Azzellino docente di Valutazione d’impatto ambientale del Politecnico di Milano

Milano – Un sì – ma con riserva - all’idea suggestiva di creare una piscina fluviale in Darsena arriva da Arianna Azzellino, docente di Valutazione d’impatto ambientale del Politecnico di Milano. La professoressa del dipartimento di Ingegneria civile è però scettica di fronte all’ipotesi - per ora da mondo dei sogni - di rendere balneabile il sistema dei tre canali (Naviglio Grande, Pavese e Martesana). "Lungo la rete sono presenti delle correnti anche molto forti e non prevedibili, a causa di chiuse e prelievi che cambiano repentinamente la velocità di corrente, che sono un rischio per la sicurezza dei bagnanti". Ma lo scoglio più grosso, quando si parla di balneabilità dei canali, è rappresentato dai famigerati batteri fecali: "L’acqua di questi corsi idrici è più vulnerabile alla violazione dello standard batteriologico", dice.

Per quale motivo?

"Escherichia coli e Enterococchi sono batteri che si trovano normalmente nell’intestino, e quindi nelle feci, degli esseri umani. La loro concentrazione nelle acque - al di sotto o al di sopra di determinate soglie - viene utilizzata dalla normativa di origine europea che abbiamo recepito per stabilire il livello di inquinamento fecale e la qualità idrica. Il punto è che l’acqua di mare, come quella dei laghi, possiede un’alta capacità di diluizione; è difficile che si verifichino picchi di concentrazione, a meno che non ci sia uno sversamento critico. Nei canali, come nei fiumi, questo effetto di diluizione non c’è. La situazione è particolarmente critica in caso di precipitazioni abbondanti".

Cosa c’entrano le piogge con la qualità dell’acqua?

"Normalmente si assume che le acque meteoriche non siano vettore di sostanze inquinanti. Nella realtà non è così, soprattutto per le acque di prima pioggia originate dai primi istanti durante cui le superfici naturali e urbanizzate sono dilavate. In questa maniera fanno recapitare grandi quantità di sedimento anche nei canali, associate a batteri. Sui Navigli poi come in altri corsi d’acqua sono presenti “scaricatori di piena” che hanno il compito di rilasciare nei corsi d’acqua la portata in eccesso che altrimenti potrebbe sovraccaricare la rete fognaria. Ne derivano variazioni molto rapide di concentrazioni batteriche che rendono difficile garantire il rispetto continuo degli standard, con rischi per la salute dei bagnanti. Il pericolo potenziale è legato alla possibilità di ingerire, assieme a piccole quantità d’acqua, batteri e patogeni, responsabili di malattie gastrointestinali e altro".

L’idea di una "balneazione regolamentata" in Darsena è percorribile?

"Diciamo che lì sarebbe più fattibile rispetto ad altri punti lungo la rete, che potrebbero essere più interessati da forti correnti. Condizione ineludibile per la balneabilità sarebbe però un monitoraggio continuo e frequente dei livelli di inquinamento biologico delle acque per l’intera durata della stagione balneare. Le rilevazioni della qualità batteriologica dovrebbero essere svolte a cadenza sub mensile".