Milano – Il presidio si terrà sabato in un luogo simbolico, il negozio Decathlon in largo Cairoli, tra la frenesia dello shopping natalizio nel cuore di Milano. Incroceranno le braccia i lavoratori italiani degli store della catena francese, già sul piede di guerra dopo l’annuncio della famiglia Mulliez di concedersi un miliardo di euro di dividendi. Primi passi di una rete che si sta creando fra sindacati italiani e di altri Paesi europei, per chiedere un miglioramento delle condizioni di chi lavora nella catena di store sportivi. "Decathlon è un’azienda in piena salute – spiega Carmen Giambrone, dipendente del negozio di Segrate e delegata sindacale Uiltucs – conta circa seimila dipendenti in Italia ed è in espansione. Nonostante questo, però, l’azienda rifiuta il confronto e continua a fare ricorso a una flessibilità selvaggia e a contratti part time obbligati. Nei punti vendita l’80% del personale lavora part time, la maggior parte sono donne, per uno stipendio di mille euro al mese".
I sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs hanno proclamato quindi un pacchetto di 32 ore di sciopero, per ottenere un contratto integrativo aziendale. Tra le criticità evidenziate dai lavoratori "l’ampio utilizzo di contratti part time con massima flessibilità, che lasciano i dipendenti in balìa delle richieste dell’ultimo minuto" e rendono impossibile gestire un secondo lavoro, "l’imposizione di un piano ferie vincolante in tre periodi dell’anno, in contrasto con il Ccnl del Terziario" e il "mancato riconoscimento di misure fondamentali come i ticket restaurant, richiesti da oltre due anni, nonostante i risultati economici positivi".