
La questione salariale No di Atm all’aumento I sindacati: "Sciopero" Nel mirino c’è il Salone
di Giambattista Anastasio
Al momento non sembra esserci alcun margine per ridurre la distanza che separa la dirigenza di Atm dalle organizzazioni sindacali. Al centro della vertenza c’è la questione salariale: i rappresentanti dei lavoratori ritengono non più accettabili i livelli delle retribuzioni riconosciute dall’Azienda di trasporto che, da parte sua, ritiene di non poter provvedere ad alcun aumento. "Abbiamo chiesto 150 euro lordi al mese per tutti i lavoratori, quale che sia il loro inquadramento", fa sapere Franco Fusca, coordinatore lombardo Tpl della Fit-Cisl, l’incremento salariale chiesto dai sindacati ieri durante l’incontro in Prefettura, un incontro che fa seguito all’apertura della fase di raffreddamento delle relazioni interne all’azienda e che, salvo ripensamenti da parte di Foro Bonaparte, rappresentava l’ultima occasione per evitare che la vertenza potesse sfociare in palese protesta. Uno scenario, quello della protesta, ormai concreto ed imminente. Resta solo da decidere la data dello sciopero e, a quanto si apprende, potrebbe essere indetto nella seconda metà di aprile o, detto altrimenti, in concomitanza con il Salone del Mobile, evento che, come arcinoto, ogni anno attira in città decine di migliaia di persone tra appassionati e turisti.
Ad annunciare l’esito negativo dell’incontro in Prefettura e la volontà di procedere con lo sciopero sono proprio le organizzazioni sindacali con una nota congiunta firmata da Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti, Faisa-Cisal, Ugl Autoferro e Orsa: "Nella giornata odierna (ieri ndr) si è svolto l’incontro in videoconferenza con la Prefettura di Milano per espletare la seconda fase delle procedure di raffreddamento del Gruppo Atm. In merito alla procedura avviata su varie tematiche, le organizzazioni sindacali in primis hanno ribadito la necessità di un adeguamento retributivo strutturale per i lavoratori a fronte di una fase congiunturale nel contesto nella presente crisi economica. Si è chiesto che le assunzioni avvengano come previsto dal contratto nazionale di lavoro, riconoscendo tutti gli accordi sindacali di secondo livello, nonché la trasformazione di tutti i contratti part-time a full-time. Sono numerosi i giovani neoassunti che dopo qualche mese fuoriescono dal Gruppo Atm in quanto trovano risposte economiche più vantaggiose in altre aziende, anche in considerazione delle minori responsabilità civili e penali. In merito alla transizione all’elettrico è stato chiesto il piano strategico per fare chiarezza sulle probabili ricadute occupazionali. Quanto alla sicurezza dei lavoratori abbiamo sottolineato che in base agli impegni assunti a livello aziendale ed istituzionale le risposte sono al momento inadeguate". Da qui la conclusione: "Alla luce delle risposte insoddisfacenti ricevute da parte aziendale, la procedura si è conclusa con esito negativo. Nelle prossime ore le organizazzioni sindacali proclameranno una prima azione di sciopero". E, come detto, potrebbe essere indetto durante il Salone.