STEFANIA TOTARO
Cronaca

La reazione a cortocircuito: "Ecco perché uccise suo padre"

Cusano, una lite su presunti abusi scatenò la furia omicida di Lorenzo D’Errico, condannato a 24 anni

Carmine D’Errico aveva 65 anni Il figlio 38enne lo ha ucciso con 40 colpi di piccone e poi ne ha bruciato il corpo

Carmine D’Errico aveva 65 anni Il figlio 38enne lo ha ucciso con 40 colpi di piccone e poi ne ha bruciato il corpo

Una “reazione a cortocircuito“ dietro l’omicidio commesso da Lorenzo D’Errico, il 38enne che nel dicembre 2021 uccise il padre, il 65enne Carmine D’Errico, colpendolo 40 volte per una lite nata nella loro abitazione a Cusano Milanino da una discussione sulle molestie a sfondo sessuale che l’imputato sostiene di avere subìto da bambino, proprio da parte dei genitori. Poi il 38enne bruciò il corpo del padre in un capannone abbandonato a Cerro Maggiore. È quanto emerge dalle motivazioni della sentenza con cui lo scorso giugno la Corte d‘Assise di Monza ha condannato Lorenzo D’Errico a 24 anni di carcere per omicidio volontario e occultamento di cadavere. La Corte monzese ha concesso all’imputato l’attenuante del dolo d’impeto, sostenendo che il 38enne ha agito "per l’impulso causato dall’ennesima discussione" con il padre a causa di un gesto del genitore "evocativo di ricordi d’infanzia dolorosi e mai completamente metabolizzati nel vissuto successivo, che ha travolto i freni psichici dell’imputato", il quale si è anche trovato nella "materiale disponibilità di un piccone occasionalmente lasciato nella stanza". Uno stato d’animo che, però, "non costituisce una patologia mentale, neppure transitoria, tale da integrare gli estremi dell’infermità". Il 38enne aveva sostenuto di avere ucciso in un raptus. "Quando avevo 12 anni mio padre ha tentato un approccio sessuale con me dandomi la buonanotte, ma in tanti anni non l’ha mai ammesso e la sera dell’omicidio ne abbiamo ancora discusso e lui ha di nuovo banalizzato. Quando però mi si è avvicinato per mimare il gesto e spiegarmi che avevo frainteso, mi è calato il buio davanti e non ho capito più nulla. Quando mi sono risvegliato in una pozza di sangue mi sembrava di essere in un film dell’orrore e ho deciso di nascondere tutto perchè non mi capacitavo di quello che avevo fatto". Si era rivolto ai carabinieri e alle telecamere della trasmissione “Chi l’ha visto?“: prima aveva raccontato che il padre se ne era andato da casa per trascorrere il Capodanno con amici, poi aveva paventato l’ipotesi del suicidio. A gennaio 2022, nell’ex Brenta di Cerro, era stato scoperto un corpo semicarbonizzato da alcuni ragazzi entrati per girare un video. A febbraio era scattato il fermo. Solo al terzo interrogatorio Lorenzo D’Errico ha confessato.

I giudici non hanno applicato l’aggravante della crudeltà, mentre hanno concesso le attenuanti generiche sia per la condotta processuale che per il risarcimento del danno ai due fratelli del padre prima del processo. Il 38enne aveva aderito al percorso di giustizia riparativa, ma i parenti si sono rifiutati di incontrarlo. Uno di loro aveva accettato di ricevere una lettera di scuse.