REDAZIONE MILANO

La recita dell’accoltellatore: "In carcere si vantò d’aver colpito l’agente"

Quando l’interrogarono dopo l’arresto, e poi davanti alla giudice, aveva continuato a sostenere che quella notte di quasi un...

Hassine Hamis 38 anni il 9 maggio 2024 accoltellò il viceispettore Di Martino alla stazione di Lambrate È stato condannato a oltre 12 anni

Hassine Hamis 38 anni il 9 maggio 2024 accoltellò il viceispettore Di Martino alla stazione di Lambrate È stato condannato a oltre 12 anni

Quando l’interrogarono dopo l’arresto, e poi davanti alla giudice, aveva continuato a sostenere che quella notte di quasi un anno fa era fatto di Rivotril, si riteneva perseguitato da imprecisati soggetti per cui s’era messo a scagliare sassi dalla massicciata contro treni e persone, a Lambrate, e non aveva capito che il 35enne in divisa che s’era avvicinato per bloccarlo, e che lui aveva accoltellato con una lama di 20 centrimetri che nascondeva nella manica, fosse un agente.

Una "versione del tutto illogica" anche perché intanto, in carcere, d’aver quasi ammazzato un poliziotto si vantava Hassine Hamis, il marocchino di 38 anni che lo scorso 23 gennaio è stato condannato a 12 anni e due mesi per tentato omicidio, resistenza, lesioni (ad altri due poliziotti e a una 55enne presa a pietrate), porto del coltello, false attestazioni, attentato alla sicurezza dei trasporti e danneggiamento: nelle motivazioni della sentenza, firmate dalla gup Silvia Perrucci, si ricorda un rapporto disciplinare che attesta che Hamis durante la detenzione aveva "comportamenti arroganti e prevaricatori" e vantava una propria "superiorità proprio per aver colpito un poliziotto".

Quel poliziotto, il viceispettore Christian Di Martino che si è costituito parte civile, il 9 maggio dell’anno scorso arrivò al Niguarda in condizioni disperate con lesioni al polmone, al duodeno, a un rene (che ha perso) e alla vena cava, e ci vollero cento sacche di sangue e i chirurghi del Trauma Team per salvargli la vita. La gup Perrucci, che aveva respinto una richiesta di perizia prischiatrica della difesa, sottolinea come ad Hamis non possa essere riconosciuta alcuna attenuante: "le sue generiche manifestazioni di dispiacere" in udienza sarebbero state finalizzate solo a ottenere una pena più lieve, e quelle vanterie sono una "chiara dimostrazione" della sua "indole estremamente aggressiva e socialmente pericolosa" che ha manifestato "per oltre 20 anni" in Italia, collezionando alias (22) e condanne per furti, rapine e aggressioni. A gennaio 2024 la Polfer lo aveva arrestato a Napoli perché minacciava la gente con un coltello; brandiva un rasoio su un treno a Bologna solo tre giorni prima dell’aggressione a Lambrate. Gi.Bo.