
Il libro dello storico locale Ezio Meroni racconta la guerra dei preti del Pime "Giovani, appena ordinati, stravaganti furono chiamati a prendere posizione" .
È il 1943. C’è la guerra, le frontiere sono chiuse e i missionari del Pime non possono partire. Quelli che erano fuori, rientrano a Milano. Sotto le bombe, con l’Italia divisa in due, anche i sacerdoti sono chiamati a prendere posizione. Inizia così il romanzo storico di Ezio Meroni, "Missionari nella Resistenza", che racconta le vicende di quattro preti che hanno partecipato attivamente alla Liberazione dal nazifascismo. "Giovani, appena ordinati, tutti stravaganti. Vanno in moto con l’abito talare, sparano, vanno in montagna con i partigiani. Il superiore generale benedice e accompagna questi quattro sacerdoti. Non li ostacola. Dice “Lasciate fuori l’istituto, ma fate”. È il quinto personaggio di questa storia: agisce dietro le quinte, ma è il regista. Arrivava dalla Cina, portava una profonda ferita a un braccio che lo aveva reso inutilizzabile".
Tra i missionari bloccati a Milano c’è chi insegna, chi porta sollievo negli ospedali e chi si unisce alla Resistenza. "Dopo i bombardamenti del 1943, padre Ferruccio Corti decide di andare a Giovenzana, in Alta Brianza, dove sposa la causa del fratello parroco: nasconde i prigionieri, salva gli ebrei. Scoperti, i due sacerdoti vengono arrestati. Padre Ferruccio subisce una condanna a due mesi galera, suo fratello a diciotto mesi di prigionia in un lager tedesco". Anche padre Mario Limonta finisce in carcere, dove viene torturato. "Sul San Martino durante attacco tedescoqualcuno vuole confessarsi. Gli dicono di andare vicino ai sacchi di riso. Lui ha il mitra su una spalla: lo prende, si decide a sparare dopo la confessione". Il suo amico, padre Lido Mencarini, a Cantù collabora con la Resistenza locale e organizza il passaggio in Svizzera di prigionieri ed ebrei. Padre Aristide Pirovano a San Vittore subisce pesanti interrogatori e torture.
Non parla e viene liberato su intervento del cardinale Schuster. Inviato a Erba come coadiutore, fonda il Cln locale e svolge un ruolo determinante nelle trattative per la resa dei nazifascisti. "Nasconde e salva il capitano tedesco, perché si accorge che non sarebbe arrivato vivo in Germania. Emerge un fatto che accomuna questi sacerdoti: battersi per la libertà ma senza odiare nessuno". Padre Lido vivrà 60 anni a Hong Kong, Pirovano resterà una vita in Brasile, per due anni insieme all’amico Limonata rimasto, mentre padre Corti rimarrà a Giovenzana fino alla morte del fratello per ritirarsi poi a vita privata.