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La rinascita della torre: "Le prime famiglie pronte a rientrare"

Tappa simbolica in primavera, fine lavori nel 2026 .

I lavori per ricostruire la torre in via Antonini distrutta dall’incendio divampato il 29 agosto del 2021

I lavori per ricostruire la torre in via Antonini distrutta dall’incendio divampato il 29 agosto del 2021

Passo dopo passo i lavori per far rinascere la torre vanno avanti e, in primavera, si attende una tappa simbolica. Le prime famiglie potrebbero rientrare nelle loro case, le “villette“ con un piccolo giardino che sorgono ai piani bassi del complesso residenziale in via Antonini 32. Si tratta degli alloggi che hanno subito i danni meno rilevanti: presto potrebbero tornare agibili e abitabili. "Un’obiettivo che potrebbe essere raggiunto nella tarda primavera – spiega Mirko Berti, portavoce dei residenti, che hanno creato un comitato –. Il 2026, invece, secondo il programma sarà l’anno della fine dei lavori. Attendiamo tutti di poter rientrare nelle nostre case – prosegue – perché da più di tre anni stiamo pagando l’affitto e sostenendo spese non indifferenti. Basti pensare che l’assicurazione copre la ricostruzione del palazzo ad eccezione delle spese per le demolizioni, che restano sulle nostre spalle". Un’esperienza negativa che ha fatto nascere una mobilitazione per trovare una soluzioni uniformi e a lungo termine per persone che, come loro, da un giorno all’altro si ritrovano senza un tetto a causa di incendi o calamità naturali.

"Stiamo ancora vivendo un’emergenza abitativa – sottolinea Berti – e questo significa che per più di tre anni non è stato fatto nulla". Il grattacielo divorato dalle fiamme in una domenica di fine agosto, intanto, si sta trasformando nella nuova Torre Seta, seguendo il progetto presentato dallo Studio Marco Piva. A sceglierlo è stata l’assemblea dei residenti della torre. Rispetto al passato sono state eliminate le caratteristiche “vele“ che prima rappresentavano le coperture della facciata (e che andarono a fuoco). Al loro posto, ampie balconate. Così si volta pagina anche dal punto di vista estetico. Le “vele“ erano state fagocitate dalle fiamme come fossero state di burro. Ora si pensa al futuro: l’obiettivo è tornare a vivere negli appartamenti per il 2026, a lavori ultimati. Progetto a firma di Marco Piva, architetto di fama internazionale che ha ideato opere in diverse parti del mondo, dai centri residenziali di Pechino, Osaka e Abu Dhabi a molti edifici pubblici in Estremo Oriente. Una partita che si gioca anche nelle aule del Tribunale, perché è in corso il processo per disastro colposo (il 7 aprile è prevista la prossima udienza) a carico di progettisti, costruttori e fornitori dei materiali con cui furono costruite quelle facciate avvolte in pochi istanti dalle fiamme.

Sono stati prosciolti due vigili del fuoco che si occuparono della verifica di conformità dell’immobile alle norme di sicurezza antincendio, l’allora responsabile dell’ufficio acquisti della Zambonini spa e un geometra dipendente della Moro Costruzioni. Mentre invece sono a processo altri 13 imputati: tra loro i responsabili della Moro Costruzioni e dell’azienda spagnola Alucoil che ha prodotto i pannelli Larson usati nelle facciate.

Andrea Gianni