LAURA LANA
Cronaca

La ripresa che non c’è E l’incubo dei dazi

Uno scenario con più ombre che luci, anche se continua (pur rallentando) il trend positivo delle assunzioni a tempo indeterminato

Non solo non c’è stata ripresa, ma le curve di andamento disegnano un quadro preoccupante. Lo dice Antonio Verona, responsabile del dipartimento del mercato del lavoro della Cgil di Milano, ieri alla Camera del Lavoro di Sesto nell’iniziativa "L’anno che verrà". Il 2024 segna un calo delle posizioni lavorative rilevate dalla dinamica mensile, soprattutto nella seconda metà dell’anno. In questo scenario prosegue, sebbene rallentato, il trend positivo del lavoro a tempo indeterminato a tutto svantaggio di apprendistato e lavoro a termine. C’è però la preoccupante riduzione della somministrazione. "A Milano ci sono 100mila lavoratori somministrati e 300mila tempi determinati. Sono cifre ma parliamo di persone che vivono grande pesantezza. Altri 80mila sono lavoratori intermittenti, che oggi hanno un’occupazione e domani chissà. Il declino riguarda tutte le forme lavoro con particolare attenzione al somministrato". Impietoso il confronto settembre 2024/febbraio 2025 con lo stesso periodo del 2003 sulle situazioni di crisi. "Nella manifattura la crisi potenziale è elevatissima. Nel settore finanziario la colonna è tutta piena. Sulla produzione non c’è inversione di tendenza: ancora in calo l’ultimo trimestre per fatturato e ordini sia interni che esteri". Milano conferma la vocazione manifatturiera nel solco degli scambi mondiali, ma è sempre più evidente il condizionamento dalle incertezze internazionali. "Il sistema produttivo è orientato alle esportazioni: tessili e abbigliamento ma anche farmaceutico, apparecchi elettrici. Milano esporta tantissimo negli Usa (10,6%). Verrebbe da dire che Trump non ha tutti i torti coi dazi. Nel 2024 sono 4.5 miliardi di export solo negli Usa, pari al volume dell’intera esportazione del farmaceutico. È come se a Milano rischiasse di venire meno un intero comparto".

La.La.