
Storia e progetti della Fondazione che contrasta povertà ed emarginazione "In questi anni siamo stati un ‘enzima’ che ha accelerato processi virtuosi".
"Questi 20 anni ci hanno insegnato a sognare in grande come succede ai bambini", racconta Samantha Lentini, presidente di Fondazione La Rotonda, sede a Baranzate, impegno nel mondo. L’ultimo sogno, in ordine di tempo, si chiama “Accademia dei giorni straordinari“, uno spazio più grande e moderno per accogliere “Braccio di ferro“, il doposcuola più multietnico d’Italia, frequentato tutti i giorni da 215 bambini dagli 8 ai 14 anni di 45 nazionalità diverse. Uno spazio per accogliere tutti, dove studiare, giocare, partecipare a laboratori e fare merenda, dove nessuno si sente escluso, nonostante il colore della pelle, la lingua parlata, tradizioni e culture differenti.
"Il doposcuola - racconta la presidente - è stato avviato nel 2005 dalla parrocchia come strumento di contrasto alla povertà educativa e come progetto di socializzazione, gli spazi di studio sono quelli messi a disposizione dalle due parrocchie di Baranzate, ma oggi non bastano più. Abbiamo bisogno di uno spazio più grande e siccome una delle nostre missioni è anche la rigenerazione urbana di luoghi abbandonati da restituire alla comunità abbiamo pensato all’ex scuola materna sant’Arialdo chiusa da quattro anni lo spazio è stato acquistato grazie ad una donazione della Fondazione 13 Marzo, ora lo dobbiamo ristrutturare". Ci vorranno almeno 600.000 euro, ma anche questa volta La Rotonda non sarà da sola. Una delle prime iniziative a sostegno dell’Accademia dei giorni straordinari è in programma il 27 marzo dalle 19.30: un’asta benefica di 28 straordinarie fotografie provenienti dalla mostra “Miracoli a Milano“ di Carlo Orsi con l’opportunità di acquisire uno scatto e contribuire a sostenere il progetto. L’asta si terrà nello spazio InOltre di via Fiume, acquistato nel 2018 grazie a una donazione personale di Diana Bracco (oggi Presidente onorario), un ex capannone industriale che oggi è un hub solidale con servizi di imprenditoria sociale, produzione culturale e l’Emporio della solidarietà per la povertà alimentare.
La Rotonda nasce come associazione nel 2010 per volontà di don Paolo Steffano. Il parroco baranzatese aveva intuito che un Comune di 12.000 abitanti di cui il 35% di origine straniera e 83 nazionalità diverse, c’erano bisogni differenti (tanti) e si dovevano dare risposte concrete differenti. Lei, Samantha Lentini, arriva nel 2014. Oggi della Fondazione conosce a memoria volti e progetti, ogni spazio creato è un luogo di relazione e di ascolto per la comunità baranzatese, "Io credo che la Fondazione in questi anni sia stata un ‘enzima’ che ha accelerato molti processi virtuosi". Mai da sola. "Uno dei segreti del nostro lavoro è stato quello di investire tanto nelle relazioni, a tutti i livelli, anche con i beneficiari dei nostri progetti, insieme a loro troviamo la strada per raggiungere l’autonomia di cui hanno bisogno".
Tra gli ultimi progetti avviati c’è Hub 20021 sostenuto da Fondazione Prosolidar che ha aiutato 50 nuclei familiari, "contribuisce al contrasto della povertà multi-dimensionale, risponde al bisogno alimentare e quello economico, per esempio aiutando le famiglie più in difficoltà a pagare le bollette arretrare per evitare che la situazione si aggravi e sempre in ottica di fuori-uscita dallo stato di bisogno". E poi c’è il progetto “In&Aut, a lavoro per l’inclusione“, sostenuto dall’Otto per Mille dell’Istituto Buddhista Italiano Soka Gakkai per supportare nella ricerca del lavoro giovani Neet e giovani con disabilità fisiche e/o mentali dai 15 ai 29 anni. Volti, progetti e poi ci sono i numeri: 3.534 beneficiari, 215 minori al doposcuola, 1.115 persone che usufruiscono dell’Emporio, 25 appartamenti di housing sociale e 173 persone ospitate, 936 farmaci distribuiti con il servizio La Porta della salute, 173 giovani beneficiari del servizio di orientamento e ricerca attiva del lavoro.