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“La Russa jr, è stata violenza sessuale: non va archiviato”

Milano, l’avvocato della ragazza presenta opposizione alla richiesta della Procura: “Non era in grado di dare consenso al rapporto sessuale”. Leonardo Apace La Russa e il dj Tommaso Gilardoni accusati solo di revenge porn

Leonardo Apache La Russa esce dal tribunale di Milano

Leonardo Apache La Russa esce dal tribunale di Milano

Milano – “La ragazza non era in uno stato tale da poter prestare alcun consenso”. È atteso a breve il deposito dell'opposizione alla richiesta di archiviazione dell'inchiesta in cui Leonardo Apache La Russa e il dj Tommaso Gilardoni rispondono di violenza sessuale. L'avvocato della presunta vittima che ha denunciato il figlio del presidente del Senato e l'amico, sta rileggendo l'atto, oltre 40 pagine, con cui chiede al gip di Milano Rossana Mongiardo di non accogliere l'istanza presentata lo scorso 8 aprile dalla pm Rosaria Stagnaro e dall'aggiunta Letizia Mannella. Al temine di molteplici accertamenti, i magistrati hanno concluso che i due giovani non sono responsabili di stupro ma solo di revenge porn.

Secondo l'ipotesi accusatoria, avrebbero diffuso, condividendoli, due video privati della nottata senza il consenso della ragazza. Inquirenti e investigatori, in quasi due anni di indagine, hanno scandagliato nei minimi particolari la serata del 18 maggio 2023, cominciata in un locale della movida milanese tra i più gettonati e che si è conclusa la mattina dopo nell'abitazione della famiglia La Russa. Con la giovane che, per via di “alcuni tratti di fragilità”, aveva assunto alcool, droga e psicofarmaci contro la depressione, si è ritrovata stordita nel letto di Leonardo Apache, suo ex compagno di liceo. Nonostante ciò, per i pm non sarebbe stata pregiudicata "la sua capacità di esprimere un valido consenso agli atti sessuali compiuti”. Di conseguenza il terzogenito del politico di Fdi e l'amico “hanno potuto ragionevolmente rappresentarsi la sussistenza del suo consenso”.

Ora però l'avvocato Stefano Benvenuto, legale della presunta parte offesa, ha avanzato la richiesta di non archiviare il caso perché, come aveva preannunciato nelle scorse settimane, “è pacifico che la mia assistita non era in uno stato tale da poter prestare alcun consenso. Per noi non finisce qui”. La gip dovrà fissare un'udienza per discutere l'istanza e decidere se archiviare, disporre nuove indagini o ordinare l'imputazione coatta come vuole il legale, che a sua volta può anche chiedere alla giudice una perizia sulla capacità della ragazza di dare o meno il proprio assenso.