
Leonardo Apache La Russa all’uscita dal tribunale
Milano, 24 aprile 2025 – È stata depositata ieri l’opposizione alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta in cui Leonardo Apache La Russa e il dj Tommaso Gilardoni rispondono di violenza sessuale di gruppo. Sessantadue pagine, comprensive di allegati, in cui Stefano Benvenuto, l’avvocato della vittima che ha denunciato il figlio del presidente del Senato, ha chiesto alla gip Rossana Mongiardo, di procedere ordinando “l’imputazione coatta” e, dunque, di non accogliere l’istanza presentata lo scorso 8 aprile dalla pm Rosaria Stagnaro e dall’aggiunta Letizia Mannella.
Revenge porn
Per la procura, infatti, i due giovani sono responsabili di revenge porn, ma non di stupro. Secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbero diffuso, condividendoli, due video privati della nottata senza il consenso della ragazza. Per le pm del Quinto dipartimento la giovane vittima sarebbe stata capace di autodeterminarsi, pur avendo bevuto molto e pur avendo assunto sostanze stupefacenti. Ora la giudice deve fissare un’udienza per discutere l’istanza e decidere se archiviare, disporre nuove indagini o ordinare l’imputazione coatta come vuole il legale.
Le contestazioni
L’avvocato Benvenuto contesta proprio la asserita capacità di autodeterminarsi della vittima, base della richiesta alla gip. Perché stando a quanto si legge nelle 62 pagine della opposizione, supportata dalla perizia di parte, la giovane era quasi in coma etilico, per di più aveva assunto droghe. Gli approfondimenti medici allegati alla richiesta del legale evidenziano che quella sera la vittima aveva assunto una quantità di alcol “prossima al coma e cannabis“, per cui non sarebbe stata in grado di “acconsentire all’attività sessuale” e pure di ricordare in modo “corretto” quanto accaduto. Tant’è che si parla di “sintomi che assomigliano all’amnesia globale transitoria”. Infine nelle carte evidenzia che alcuni video testimonierebbero che la ragazza avrebbe avuto “capacità verbali (...) palesemente deficitarie”.
Messaggi sul cellulare
L’avvocato dà una lettura, quindi, completamente opposta delle immagini, messe agli atti, per chiedere il revenge porn. Proprio in questi frame si sente una voce che dice: “Allora avete finito di orgasmare?” E la giovane risponde: “Sgamare? Poi pronuncia frasi sconnesse e piccole urla senza senso”. Ci sono anche i messaggi sul cellulare. Era “palesemente alterata”, “non in sé” e “completamente fatta”, sono alcune delle frasi intercettate sui telefoni delle sue amiche e riportate nella richiesta di archiviazione. Per le amiche, la giovane parlava in modo “sconclusionato” - si legge ancora e non “capiva niente”.
Il retroscena
Nel luglio 2023 Leonardo La Russa, già indagato insieme all’amico Tommaso Gilardoni, avrebbe avvicinato alcuni testimoni prima che venissero convocati in Questura. Ancora il legale nell’atto, “non appena uscita la notizia sui media nazionali” dell’inchiesta nata dalla denuncia della sua assistita, Leonardo Apache “si sarebbe immediatamente attivato contattando non solo l’amico coindagato, ma anche alcuni giovani a conoscenza della serata nel locale milanese che si è poi conclusa nella abitazione della seconda carica dello Stato con uno stupro di gruppo”.