
Leonardo Apache La Russa e il padre Ignazio
Milano, 17 luglio 2023 – In questa fase delicata dell’inchiesta, che dovrà chiarire cosa è veramente successo la notte fra il 18 e il 19 maggio nella casa del presidente del Senato, fra il figlio Leonardo Apache di 21 anni e la 22enne tiktoker che lo accusa di violenza sessuale, ci sono solo due elementi che potrebbero portare ad una svolta a favore della presunta vittima: una conferma dell’accusa nell’iphone di Leonardo Apache o un testimone chiave, ritenuto attendibile dai pm, che confermi lo stato di incoscienza della vittima quando si è allontanata con il suo presunto aggressore.
Il sequestro del telefonino
Venerdì sera la procura ha emesso decreto di sequestro solo dell’apparecchio telefonico, senza sim, essendo intestata quest’ultima allo studio legale del presidente del Senato e, quindi, coperta dall’immunità parlamentare. ll legale di La Russa jr, Adriano Bazzoni, ha precisato che Leonardo “in piena collaborazione ha consegnato subito sia il cellulare che la sim, quest’ultima appunto non sequestrata perché, qualora servisse alle indagini, sarebbe necessaria formale autorizzazione del Senato”.

Ma che cosa può “raccontare“, intanto, un telefono senza sim? Lo spiega bene Paolo Reale esperto di informatica forense e presidente dell’associazione Onif, l’osservatorio nazionale di informatica forense.
"Un telefono di ultima generazione, anche senza sim, è già di per sé un contenitore di informazioni prezioso più di quanto si pensi: chat, conversazioni. La memoria dei telefoni di oggi non è più ridotta come quella di qualche anno fa che rendeva obbligatorio salvare le informazioni sulla sim. Si può dire quindi che - prosegue - essendo oggi le memorie molto ampie, la sim è un oggetto divenuto spesso inutile ai fini della maggior parte delle ricerche. In sintesi la sim non è più un facilitatore universale. Questo in linea di massima, poi bisognerà calarsi nel caso specifico, capire che tipo di telefono è, quale elemento o quale conferma cercano gli investigatori".
La sim
Il sequestro della sim si potrebbe rendere necessaria, ad esempio "per fare chiarezza sui contenuti di applicazioni che richiedono codici di sicurezza, ma ripeto - conclude l’esperto - la sim sarà necessaria solo in base a specifici quesiti peritali”.
E qui si entra dunque in una questione ancor più delicata: la ricerca, specificano gli investigatori della procura, verrà fatta in un perimetro molto ben delineato per non coinvolgere una figura che ha privilegi in materia di privacy e fugare qualunque rischio di inutilizzabilità del contenuto dell’iphone nel processo di merito. E per evitare opposizioni dei legali, già in fase di acquisizione dei contenuti, la procura di Milano procederà con la nomina di un suo informatico forense a cui saranno affiancati due periti informatici di parte, nominati dai rispettivi avvocati che assisteranno all’accertamento irripetibile con facoltà di intervento.
I testimoni
Resta dunque il secondo snodo: i testimoni. Ad oggi le immagini riprese dalle telecamere visionate dalla polizia giudiziaria della procura non sono utili a dimostrare che La Russa jr abbia in qualche modo “drogato“ con benzodiazepine la giovane tiktoker. Solo testimoni “terzi“, ritenuti attendibili dalla procura, potrebbero raccontare se la ragazza, uscita dal club privato, quella sera fosse in uno stato di “minorata difesa” non in grado, quindi, di prestare un “consenso informato“ ad un rapporto sessuale che comunque è stato confermato dalla relazione del servizio Svs della Mangiagalli.