ANDREA GIANNI
Cronaca

La Russa junior e l’amico dj verso l’archiviazione per l’accusa di stupro. “Superficialità e volgarità, ma non si sono approfittati di lei”

Il pm chiede l’archiviazione delle accuse per violenza sessuale su una ex compagna di scuola che aveva presentato denuncia nel giugno 2023. Chiuse invece le indagini per revenge porn, rischia il processo

Ignazio La Russa con Leonardo Apache

Ignazio La Russa con Leonardo Apache

Milano – Il racconto della ragazza che ha denunciato di essere stata violentata dal suo ex compagno di liceo Leonardo Apache La Russa e da Tommaso Gilardoni “limitato alle esigue circostanze di cui ha ricordo appare genuino e spontaneo”, e la donna “non è animata da alcun intento calunniatorio, ma piuttosto da un profondo e comprensibile sentimento di disagio rispetto a una notte di cui non conserva alcuna memoria”.

Il comportamento del terzogenito del presidente del Senato Ignazio La Russa e dell’amico dj, emerso dagli scambi di messaggi, “è certamente connotato da una profonda superficialità e volgarità nelle modalità di trattare una ragazza, che viene passata da uno all’altro”, ma l’atteggiamento “non rispettoso della dignità della donna non integra in sé la condotta di approfittamento” della condizione di inferiorità. E, in sostanza, “non vi è agli atti la prova che gli indagati, pur consapevoli dell’assunzione di alcuni drink, abbiano percepito in modalità esplicita o implicita la mancanza di una valida volontà nel compiere gli atti sessuali”.

Con queste motivazioni, basate sull’assenza di dolo, la procuratrice aggiunta di Milano Maria Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro hanno chiesto al gip l’archiviazione del filone di indagine per violenza sessuale a carico del 22enne Leonardo La Russa e del 26enne Gilardoni. Inchiesta scaturita dalla denuncia presentata a giugno 2023 dalla ragazza, 25 anni, la quale aveva raccontato che, la notte tra il 18 e il 19 maggio di due anni fa, dopo una nottata trascorsa nella discoteca vip Apophis a Milano, si era risvegliata a casa La Russa senza ricordare nulla. E, stando alla sua versione, avrebbe subito abusi da parte dei due giovani.

“La decisione dei magistrati di chiedere l’archiviazione dell’accusa di violenza sessuale – spiega Ignazio La Russa – mi conforta nell’idea che ho sempre espresso sulla estraneità di mio figlio ai fatti contestati che hanno suscitato un grande clamore mediatico”. Potrebbe quindi cadere l’accusa più grave, mentre invece La Russa e Gilardoni rischiano il processo per revenge porn “aggravato poiché commesso con lo strumento telematico”. La Procura ha chiuso le indagini, atto che di solito prelude a una richiesta di rinvio a giudizio, per due distinti episodi di “diffusione di video a contenuto sessualmente esplicito (...) senza il consenso della ragazza”.

Video che documentano i rapporti sessuali: il primo inviato su WhatsApp da La Russa a Gilardoni quella notte; il secondo inviato ad agosto dello stesso anno da Gilardoni a un amico, organizzatore della festa all’Apophis. “Non è finita qui, noi andremo avanti”, spiega la ragazza, decisa a presentare un’opposizione alla proposta di archiviazione: la gip Rossana Mongiardo dovrà quindi valutare se chiudere il caso, disporre nuove indagini o l’imputazione coatta. Il suo legale, l’avvocato Stefano Benvenuto, esprime “perplessità” per la decisione dei pm. “Testimoni oculari si erano accorti dello stato di alterazione della ragazza – sottolinea – ed è pacifico che, avendo assunto sostanze, non fosse in grado di autodeterminarsi”. Quella notte, come è emerso anche dalla consulenza, la donna aveva assunto cocaina, alcol, cannabis, un ansiolitico. Assunzione che, secondo i pm, è “avvenuta in maniera volontaria e consapevole”, anche perché “dagli atti non è emerso alcun riscontro rispetto all’ipotesi suggestiva, formulata nella querela, della somministrazione inconsapevole di Ghb”, la cosiddetta droga dello stupro.